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La puntata di oggi sabato 2 Novembre di Verissimo si è aperta con una intervista ad Arisa su un tema sempre più attuale. La cantante ha infatti prestato la sua voce per la colonna sonora del discutissimo film ”Il Ragazzo Dai Pantaloni Rosa”, e con l’occasione della sua presenza nello studio di Silvia Toffanin, si è potuto parlare di bullismo e discriminazione.

Arisa sta passando un periodo sereno della sua vita, ha ritrovato l’amore e la pace interiore dopo periodi un po’ turbolenti, per lei partecipare alla colonna sonora de ”Il Ragazzo Dai Pantaloni Rosa” è stata un’esperienza intensa, racconta. La canzone ”Canta Ancora” l’ha scritta per sua madre durante il periodo della sua malattia e averla data a questo film le ha dato la possibilità di poter fare un importante appello per chi sta a contatto coi ragazzi.

Arisa: “State vicini ai ragazzi, basta una sola parola per evitare fini tragiche”

In questi giorni abbiamo sentito ai telegiornali, la drammatica storia del suicidio del 15enne di Senigallia, che non sopportava più il bullismo, più volte denunciato, dai compagni di scuola. Questa storia, a distanza di 12 anni ricorda quella di Andrea Spezzacatena, il ragazzo dai pantaloni rosa. Visto che questi episodi non accennano a finire, con l’occasione di raccontare la storia vera di Andrea nel film, Arisa ci ha tenuto a dire a chiunque stia a contatto coi giovani di stare loro ancora più vicini. Genitori, insegnanti, chiunque sta con i ragazzi non deve lasciarli soli. Perché a volte basta una sola parola di conforto tra tutte quelle di discriminazione, per evitare che si sentano notizie tragiche come quella di Senigallia.

In studio poi è intervenuto anche il protagonista del film, il giovane attore Samuele Carrino. Il ragazzo ha avuto l’onere di interpretare la vera storia di Andrea Spezzacatena nel film ”Il Ragazzo Dai Pantaloni Rosa”, a contatto con la madre del ragazzo. Il giovane attore, con la presenza di Arisa ha potuto parlare di discriminazione e di bullismo, avendo la stessa età di Andrea Spezzacatena e dello studente di Senigallia. Anche secondo Samuele basta poco per evitare che il bullismo diventi l’ennesimo caso di cronaca. Perché escludere, prendere in giro, portare addirittura a volersi togliere la vita qualcuno, per il solo modo di vestirsi? Se ne è parlato a lungo, proprio in occasione dell’uscita del film, per alcune polemiche scatenatesi durante la proiezione del film.

”Il Ragazzo Dai Pantaloni Rosa”: risatine in sala e divieto di proiezione

La pellicola, presentata all’ultima edizione del Festival Del Cinema di Roma è diventata oggetto di discussione, non positiva come ci si aspettava. Durante la prima del film, gli studenti in sala che hanno avuto l’onore di assistere alla prima visione hanno fatto indignare persino la madre di Andrea Spezzacatena. Risate, insulti omofobi durante tutto il film (che ricordiamo, è la storia vera di Andrea, morto suicida a 15 anni nel 2012 proprio per gli insulti subiti a scuola). La polemica però non si è fermata qui. Alcuni genitori di Treviso si sono ribellati all’iniziativa della scuola di mostrare la pellicola ai ragazzi. Il motivo: la paura che potesse influenzare i figli.

Ora, in una società come la nostra, in cui giusto qualche giorno fa si è sentito di un ragazzo che si è ucciso per gli insulti, una polemica come quella di Treviso è quantomeno ignobile. Il fatto che si abbia paura che i ragazzi vengano ”influenzati” a rompere degli standard anziché ci sia entusiasmo per un film che insegna le conseguenze del bullismo, la dice lunga su quanto siamo indietro. La storia del ragazzo dai pantaloni rosa continua ad insegnarci che nonostante le storie che leggiamo ogni giorni, nonostante l’indignazione generale, poi non si faccia davvero niente per aiutare  i ragazzi. Sia ad uscirne vivi dal bullismo, sia dal diventare bulli. E come hanno detto Arisa e Samuele Carrino, se non si sta vicini ai ragazzi continueremo a sentire queste storie. Perché per molti genitori, fa più paura un figlio coi pantaloni rosa che un figlio bullo.

Anna Maria Ristori

Nata e cresciuta in Toscana, classe 1995. Con la passione per la scrittura da sempre, dopo aver vissuto alcuni anni all'estero ho deciso di rendere la mia passione anche una professione . Laureata in Discipline dell'Arte, della Musica e dello Spettacolo, ho collaborato e collaboro con newsletter e podcast di cinema.

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