Achille Lauro arrabbiato, sconfortato, ferito ma mai spezzato, tantomeno arreso. Questo è quel che trapela dallo sfogo fiume del cantante, che sui social, in modo alquanto inedito, come lui stesso ha sottolineato (“Non parlo tanto”), ha scritto un post in cui ha voluto mettere diversi puntini sulle i.
Achille Lauro e l’urgenza di parlare: lo sfogo fiume dell’artista
“Non parlo tanto, non metto la mia vita privata in piazza sui social. Non mi interessa e quando è successo non mi è piaciuto farlo,
tuttavia in questi giorni di forte polemica ho capito che in alcuni momenti, invece, dovrei farlo”. Inizia così il messaggio che l’artista ha deciso di divulgare su Instagram, passando in rassegna una serie di offese e di insulti che si è sentito rivolgere lungo tutta la sua carriera.
“L’ho capito – spiega – quando mi hanno detto che il trucco è solamente appropriarsi di qualcosa che non mi appartiene”. Non per Achille, che dà ben altro significato alla questione: “Ma il trucco non è solo trucco, è il mondo dove voglio portare le persone, è la mia volontà espressiva, è il colore e il vestito delle parole“.
I biasimi, le malelingue e le parole taglienti che gli sono piovuti addosso in questi anni non gli hanno fatto cambiare idea. Anzi:
“L’ho capito quando mi hanno umiliato pensando che io sia un pagliaccio che si mette in mostra. Ma nella mia interpretazione artistica la musica non è solo musica. È spettacolo, è uno stato d’animo, é un ideale, è libertà estrema, è il rifiuto nei confronti di coloro che credevano che io non fossi libero, o non fossi all’altezza, è conseguenza di anni di umiliazioni e vergogna”.
Achille Lauro e il bene fatto in silenzio, ancor prima del successo: “Non avevo una lira eppure…”
Lauro a questo punto menziona anche fatti che si sono realmente verificati: “L’ho capito quando per un commento riferito alla solidarietà su lavoratori dello spettacolo mi hanno dato dell’omofobo, dopo anni che mi danno del “fr…cio” pensando di offendermi”.
L’artista, che da sempre evita di auto sponsorizzare le opere di bene di cui si rende protagonista, stavolta tiene a sottolineare che i suoi sforzi in tal direzione non sono mai mancati.
“Da anni investo denaro, tempo e impegno per la tutela dei diritti umani, per i diritti delle persone abbandonate nelle carceri, per aiutare i bambini negli ospedali, per i ragazzi nelle comunità, per chi non ha una casa, per coloro che sono rimasti senza lavoro, per chiunque abbia bisogno di aiuto e per essere artefice e partecipe, nel mio piccolo, di una rivoluzione per cui la condizione sociale, culturale e umana delle classi deboli e discriminate possa cambiare definitivamente”.
Achille tiene a puntualizzare che questo suo impegno non è iniziato nel momento in cui ha cominciato ad avere successo e, quindi, ad avere pure una importante disponibilità economica. Tutto ha avuto avvio prima, perché un ideale non ha bisogno di soldi per essere perseguito. Certo con maggior denaro si può fare di più, ma i gesti nobili li si possono fare sempre e comunque.
“Per chi non mi conosce – aggiunge – ci tengo a ricordare che lo faccio da quando non avevo una lira, perché sono cresciuto tra gli emarginati e i reietti, perché so che vuol dire sentirsi diverso, mai compreso, solo. Quando per il mondo non sei nessuno”.
Lauro infine ricorda che il suo credo di vita lo deve molto a sua madre che “mi ha educato insegnandomi che aiutare gli altri è una priorità e per chi ne ha la possibilità è un dovere. Attenzione perché la realtà non è solo quella che vedete su giornali e tv, e dietro quelle storie, molto spesso, ci sono vite vere fatte di sofferenza, valori e battaglie”.
Non è chiaro a chi si sia rivolto il cantante nello specifico (casomai ci sia un destinatario ‘diretto’) e quale sia stata la molla che gli abbia fatto scrivere un simile messaggio. Quel che è certo è che Achille si sente ferito, piegato, ma non certo spezzato. La ‘battaglia’, nel nome di un ideale abbracciato, non muore mai.