Nuovi problemi per Albano Carrisi ma pure per il collega Samuele Bersani. Tutto colpa dell’attacco hacker subito dalla Siae qualche giorno fa. Alcuni dati sensibili di artisti sono stati resi pubblici mentre ad altri è stato chiesto un riscatto per la mancata pubblicazione. La Procura di Roma ha formalmente aperto un fascicolo di indagine per tentata estorsione e accesso abusivo a sistema informatico.
Albano e Samuele Bersani, stando a quanto trapelato fino ad oggi, sono state vittime di azioni estorsive sulle quali gli inquirenti stanno svolgendo le dovute verifiche. Intanto sul dark web sono comparsi dati anagrafici e carte d’identità di altri famosi artisti i cui nomi non sono stati però ancora svelati.
Come spiegato dall’Adnkronos alcuni cantanti sarebbero stati contattati via mail e via SMS con una richiesta di riscatto, dal valore di circa 10mila euro, con la promessa di riavere indietro i dati sensibili e soprattutto di non renderli di pubblico dominio.
Le dichiarazioni di Albano e Samuele Bersani
Albano Carrisi, impegnato in questo periodo su Rai Uno con Ballando con le Stelle di Milly Carlucci, ha rivelato a riguardo:
“Sono stato ricattato dieci giorni fa via email da qualcuno che mi chiedeva gli estremi della carta perché c’erano stati dei problemi con i miei dati Siae. Non sono caduto nel tranello e ho fatto bene a non cedere al ricatto: con me non la scampano”
Samuele Bersani, alle prese con la preparazione del nuovo tour che girerà l’Italia nella primavera 2022, si è limitato a dichiarare di aver denunciato tutto alla Polizia Postale, che sta indagando sull’entità dei malviventi.
Entrambi, dunque, non intendono cedere al ricatto degli hacker visto che anche in caso di pagamento non vi è alcuna certezza che la parola data venga rispettata. Al momento non si conoscono i nomi degli altri artisti coinvolti in questa spiacevole vicenda.
L’attacco hacker alla Siae
L’incursione telematica ai danni della Società Italiana degli Autori ed Editori risale al 15 ottobre scorso. L’azione, partita da un indirizzo Ip russo, è stata rivendicata dal gruppo Everest.
Sarebbero stati sottratti circa 70 gigabyte di dati corrispondenti a 28mila documenti ed è stato chiesto un riscatto per evitarne la pubblicazione. La richiesta fatta alla Siae è di 3 milioni di euro in bitcoin.
L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Angelantonio Racanelli.