Alessandro Preziosi racconta a Grazia di essere felice e innamorato anche se…
È uno degli attori più belli ed affascinanti della televisione italiana a volersi raccontare in un’intervista al settimanale Grazia. Dallo sguardo misterioso e allo stesso tempo intrigante, Alessandro Preziosi, svela alcuni lati del suo carattere. Non tutte le sfaccettature degli attori appaiono ben visibili agli occhi del telespettatore e, infatti, Preziosi sceglie di rivelarne qualcuna. La sua vita privata viene allo scoperto e, con essa, anche il suo modo di vedere e vivere una storia d’amore. Di seguito, quindi, conosceremo il pensiero di Alessandro Preziosi e tanto altro in merito alla sua vita che, ad oggi, risulta essere ancora ignoto.
Alessandro Preziosi è fidanzato ma sembra non voler rivelare l’identità della sua fidanzata
Quando il giornalista chiede all’attore della sua vita sentimentale, il bel Preziosi risponde: “Parlerò di lei solo quando diventerà mia moglie”. Con questo, sembra voler non rivelare assolutamente l’identità della sua attuale compagna, o fidanzata. “Una donna per farmi cadere nella sua rete deve sapermi sorprendere sempre. Togliermi la sedia da sotto il sedere e sorprendermi”. Subito dopo spiega il suo modo di vivere una storia e, riguardo al fatto di controllare il cellulare al proprio partner, dice: “In passato l’ho fatto. Ho beccato dei messaggi ed è stata una sensazione terribile. Stavo svenendo perché poi scopri un lato delle persone che non hai mai voluto vedere. Adesso non lo faccio più!”.
Come ha iniziato la sua carriera Alessandro Preziosi?
Rivela l’attore: “All’università ho scoperto di avere una marcia mai utilizzata prima: la dialettica. Volevo stare in grandi sale. Ero un po’ presuntuoso e depositario di conoscenza, furbizia e prepotenza. Ho avuto un’educazione importante e una famiglia severa: senza, oggi, non sarei cosi”. Sui suoi occhi preziosi che hanno, di generazione in generazione, fatto imbambolare una moltitudine di donne, confessa: “Anche le amiche di mia madre li notavano. A 20 anni non avevo bisogno dell’attestazione ossessiva di farmi dire quanto ero bello. Oggi c’è il culto della bellezza perché mancano gli argomenti. All’epoca erano altre le cose importanti”.