Il caso Pandoro e la caduta di Chiara Ferragni hanno segnato senza dubbio uno spartiacque nel mondo delle influencer e del web. Dalla denuncia per pubblicità ingannevole ai danni di quella che fino a pochi mesi fa era sicuramente l’influencer più importante d’Italia, le regole nel mondo del marketing del web stanno decisamente cambiando. Non solo il pubblico non ripone più fiducia in personaggi di questo tipo, ma le stesse autorità tendono ad essere più attente per evitare nuovi inganni ai danni degli utenti. A tal proposito, l’Antitrust ha avvitato delle indagini contro 6 influencer, i quali sono conosciuti per promuovere e promettere ai consumatori metodi di guadagno facili e sicuri attraverso i social e siti web.
Di chi si tratta? Di Luca Marani, Big Luca, Alessandro Berton e Davide Caiazzo. Questi ultimi sono conosciuti per offrire a pagamento delle strategie di presunto successo, senza però indicare chiaramente la natura pubblicitaria dei loro contenuti o alcuni dettagli importanti come il costo dei servizi, l’identità della società o il contatto. Tra l’altro, pare che Luca Marani, Big Luca e Davide Caiazzo utilizzino testimonianze o recensioni di followers, in realtà, non autentici. Gli altri due indagati sono poi Hamza Mourai e Michele Leka, la cui promozione di metodi di guadagno coinvolge investimenti in criptovalute. Tuttavia, questi ultimi non hanno mai menzionato i rischi associati o eventuali informazioni sulle decisioni di acquisto.
Ma, non è finita qui. L’AGCM ha poi messo nel mirino anche altre influencer conosciute, avviando delle iniziative di moral suasion. Tra queste, troviamo Ludovica Meral Frasca, Alessandra Ventura e le due ex vippone Sofia Giale De Donà e Milena Miconi. Cos’è esattamente la moral suasion? Si tratta di un’iniziativa con cui l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato invita una determinata azienda a correggere spontaneamente un comportamento scorretto per non passare direttamente ad un procedimento formale.
Le quattro influencer in questione sono accusate di pubblicare foto e video su Instagram promuovendo brand e strutture turistiche nascondendo però la naturale commerciale di tali contenuti. Tramite la moral suasion, le ammonite in questione hanno l’opportunità di trovare una soluzione rapida evitando sanzioni o lunghe procedure. Tuttavia, se queste non dovessero collaborare, le Autorità procederanno direttamente con le dovute sanzioni.