Skip to main content

Negli ultimi giorni avrete sicuramente sentito del caso che è nato intorno alla serie tv, targata Disney+ e ispirata all’omicidio di Sarah Scazzi. La serie, inizialmente chiamata ”Avetrana-Qui non è Hollywood” era diventata oggetto di polemiche a causa di una decisione presa dal sindaco della città pugliese. Il primo cittadino aveva chiesto alle autorità competenti di bloccare la messa in onda della serie, prevista per il 25 Ottobre scorso sulla piattaforma Disney+, a causa del titolo scelto: secondo Antonio Iazzi infatti, il titolo avrebbe gettato la città sotto una cattiva luce, come se la tragedia non avesse contribuito abbastanza nel corso degli anni. Ma questa storia ci ha fatto riflettere, come il pubblico anche si è interrogato a lungo: tutto il clamore nato da questa vicenda non ha forse portato all’effetto contrario? Ossia a una pubblicità ancora maggiore per la serie?

”Qui non è Hollywood”: un caso nel caso, ma la censura ha peggiorato tutto

Quando il tribunale ha deciso di bloccare la messa in onda della serie, è nato un caso mediatico. Se la produzione non avesse cambiato il titolo, rendendolo meno offensivo verso la città di Avetrana, non sarebbe stata trasmessa. Per molti questa mossa del sindaco e delle autorità non hanno fatto altro che portare ancora più clamore sulla serie, e di conseguenza, sulla città. Proprio oggi è arrivata la notizia che la serie verrà trasmessa domani, 30 Ottobre, con il titolo ”Qui non è Hollywood”. Omesso quindi il nome della città, ma è servito a qualcosa questo cambio? In molti hanno urlato alla censura: si sapeva da mesi che la serie sarebbe uscita, al Festival del Cinema di Roma ha fatto successo. Bloccare il lavoro di attori e tecnici a soli pochi giorni dalla messa in onda, sembrava davvero un bastone tra le ruote.

Anche perché negli anni, la città di Avetrana è rimasta comunque nella memoria popolare non solo per la tragedia dell‘omicidio di Sarah Scazzi, ma soprattutto per il circo mediatico che ha portato il turismo macabro. Proprio durante le settimane delle indagini, giornalisti e curiosi avevano invaso Avetrana, portando poi Sabrina Misseri a dire che appunto ”Avetrana non è Hollywood”. Secondo il sindaco, bisogna ripulire Avetrana dalla brutta reputazione fatta negli anni, ma la sua mossa non ha fatto altro che creare l’effetto contrario. Quasi come se puntare questa attenzione sul titolo, avesse puntato l’obiettivo di nuovo sulla città, toglierlo cambia ormai poco o niente. E soprattutto, a molti è sembrata ipocrita questa richiesta, visto che proprio ai tempi della tragedia, nessuno aveva fermato il circo mediatico arrivato in città, rendendo Avetrana inevitabilmente legata alla tragedia, titolo o no.

Anna Maria Ristori

Nata e cresciuta in Toscana, classe 1995. Con la passione per la scrittura da sempre, dopo aver vissuto alcuni anni all'estero ho deciso di rendere la mia passione anche una professione . Laureata in Discipline dell'Arte, della Musica e dello Spettacolo, ho collaborato e collaboro con newsletter e podcast di cinema.

Lascia una risposta

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.