Paolo Kessisoglu a ruota liberati sulla tv, sui colleghi, sul sodalizio con Luca Bizzarri e sulla difficoltà di far ridere in tempi così ‘bacchettoni’ come quelli attuali. Intervistato dal Corriere della Sera, il conduttore è partito dal primo incontro avuto con Luca. Non fu rosa e fiori. Entrambi stavano affrontando le selezioni tentare di entrare a far parte dello Stabile di Genova e Bizzarri, senza conoscerlo, lo fulminò con una battuta al vetriolo.
“Al provino per entrare allo Stabile di Genova. Da trecento si passava a una manciata di candidati, lui mi passò davanti e io gli dissi: “Dai, ci vediamo domani”. Lui rispose: “Io sì, tu boh””. Insomma, non proprio un avvio modesto. Per Paolo, comunque, non ci fu alcun problema, anche perché in un determinato ambiente certi atteggiamenti fanno parte del gioco e del mestiere: “Anche io ero presuntuoso: inutile girarci intorno, se fai questo mestiere è perché sei insicuro e cerchi qualcosa che trasformi in arte la tua debolezza”.
Fatto sta che al principio con Bizzarri non scattò subito quel feeling perfetto. Arrivò dopo, sul palco. Lì avviene qualcosa di magico: “All’inizio non ci prendemmo, però poi arrivo un’alchimia che dura ancora adesso. Non facciamo le vacanze insieme e siamo capaci di fare centinaia di chilometri in auto senza dirci una parola. Però quando siamo in scena avviene la magia. Le battute vengono da sole“.
A proposito di battute e risate, oggi c’è un clima particolare dove il politicamente corretto la fa da padrone. Fare ironia, sarcasmo e comicità su alcuni temi è ormai come camminare in un campo minato. Prima o poi scoppia la bomba e arriva la bufera di critiche. “Ormai non si può più scherzare su niente – ragiona Paolo – Premetto: la nostra è un’autocensura preventiva. Sappiamo che certe categorie percepite come “penalizzate” sono territorio sensibile e allora ci buttiamo sui politici. Ma è un peccato, perché la battuta non denigra mai nessuno, è solo un esercizio di stile. Alcuni comici come Ricky Gervais scherzano per esempio sull’alcolismo: qui da noi per carità, non si può”.
Qualche particolare reazione da parte di qualche esponente c’è stata? “Renzi, ma per congratularsi. È intelligente e ci sa fare. Poi un giorno mentre scendevo dal treno mi sento dire alle spalle: “Ahò, ma la smettete de’ perculà tutti?”. Era Alessandro Di Battista“. E a Le Iene? Non sempre tutto è filato liscio, giusto? “Lì però chiamavano soprattutto le grandi aziende che si sentivano danneggiate, non i politici. E Mediaset non ci ha mai censurato. Nemmeno quando ironizzammo sul Grande Capo”. Naturalmente il Grande Capo è Silvio Berlusconi che, da sempre dotato di autoironia, non se la prese: “Il giorno dopo squillò il telefono. Era lui. Si complimentò e di scusò perché non riusciva a venire in trasmissione perché aveva da fare”.
Paolo Kessisoglu pizzica Elisabetta Canalis e Belen
Nel curriculum di Paolo c’è anche un Festival di Sanremo, quello in cui ha dirigere le operazioni c’era Gianni Morandi. Spazio quindi a un curioso aneddoto sull’eterno ragazzo di Monghidoro:
“Dovete sapere che Morandi racconta sempre di quel periodo in cui ebbe un calo di popolarità dovuto all’ascesa dei cantautori e al declino dei cantanti. Poi, come sappiamo, si riprese alla grande e la sua fama non si è più fermata. Però quella esperienza di blackout lo ha talmente segnato che oggi lui non dice mai no alla richiesta di un autografo. Tanto è vero che una volta dal benzinaio scese dalla macchina per farsi fare una foto con un fan e quando lo avvisarono che qualcuno gli stava portando via l’auto lui non fece un plissé. Una delle persone più intelligenti, talentuose e amabili che abbiamo. La sera della prima di Sanremo lui alle sette e mezza non si trovava. Non sapevamo dove fosse, lo cercammo ovunque, poi scoprimmo che era tra la folla a firmare autografi e a farsi le foto col pubblico”.
Quello fu anche il Festival che vide protagoniste Elisabetta Canalis e Belen Rodriguez. Alle due showgirl, Paolo ha riservato una battuta tagliente: “Gareggiavano a chi arrivava più in ritardo”. Quanto cinismo! “Ma no, sono bravissime”. In questo caso non cinismo ma ironia! Chissà cosa ne penseranno la conduttrice sarda e la modella argentina.
Paolo Kessisoglu, così ha conosciuto la moglie Sabrina Donadei
Spazio infine a Sabrina Donadei, sua moglie, conosciuta perché era amica di Tamara Donà che a sua volta era amica di Luca. Paolo si fece dare il suo numero e la chiamò per invitarla a cena. E? “Mi disse di no”. La situazione poi si capovolse: “Poi mi chiamò lei, per invitarmi a una festa a casa sua. Risposi: “Non ho tempo, sono molto impegnato, grazie”. Infine accadde che venimmo invitati tutti e due a una cena alla quale decidemmo di andare all’ultimo minuto. E insomma, siamo sposati e la nostra Lunita ha 19 anni”.