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beppe fiorello incidente set terapia trauma Beppe Fiorello si racconta: “Ho rischiato di morire sul set”

Beppe Fiorello è un attore molto caro al pubblico italiano. Con le fiction che lo hanno visto protagonista e le storie dei personaggi straordinari che ha interpretato in questi anni è riuscito sempre a far breccia nel cuore dei telespettatori. Oggi, impegnato nella promozione del suo ultimo progetto (la fiction Il mondo sulle spalle), il fratello di Rosario Fiorello ha voluto raccontarsi e raccontare la sua vita in una lunga intervista rilasciata a Vanity Fair. Nel farlo, Beppe, è andato indietro nel tempo, svelando dettagli inediti e fino ad ora mai resi noti. Il 2004, per esempio, è stato un anno molto intenso per lui. “Il processo di accettazione è un regalo di maturità. Dallo psicologo sono andato ma per un altro motivo” ha confessato l’attore “Nel 2004 sul set di Joe Petrosino ho rischiato di morire”. 

Beppe Fiorello, la terapia dopo l’incidente sul set: dallo psicologo per superare il trauma

Il trauma di essere stato così vicino alla morte è stato talmente forte che, per superarlo, Beppe Fiorello ha dovuto seguire un lungo percorso di terapia. “Prima di riprendere a lavorare mi sono rivolto ad uno specialista di Emdr, una tecnica di stimolazione di stimolazione oculare che ti riporta là, al momento della tragedia, e ti aiuta a superarla” ha dichiarato. Come è avvenuto l’incidente? “Cado da una carrozza trainata da quattro cavalli. Mi piombano addosso, sopravvivo solo perché la ruota ha creato un’intercapedine nel terreno che ha impedito al cocchio di schiacciarmi”.

Beppe Fiorello e la ripresa dopo l’incidente: “Vivo ma traumatizzato”

Beppe Fiorello, nel parlare dell’incidente sul set che gli stava costando la vita, ha poi ripercorso il momento successivo a questo spiacevole episodio. “Mi rompo naso, spalle, gambe. Vedevo i movimenti rallentati, gli sguardi di morte. Per un’istante ho pensato fosse la fine. Poi sento l’ambulanza, i cavalli, i dolori. Sono vivo ma traumatizzato. L’Emdr mi ha permesso di valorizzare gli aspetti positivi della vicenda, come le soddisfazioni provate durante la terapia. Il passare degli anni ha fatto il resto”.

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