Bill Gates e Melinda hanno ufficialmente divorziato, firmando le pratiche relative a sancire a livello burocratico la loro separazione. Ne dà notizia in anteprima il sito americano TMZ che ha anche divulgato alcuni dettagli inerenti all’accordo che hanno trovato i due ex coniugi. Secondo la testata a stelle e strisce, tutto sarebbe filato liscio e non ci sarebbero state particolari richieste da ambo le parti rispetto a quanto già stabilito nella prima fase della separazione, resa nota circa tre mesi fa.
Si ricorda che Bill e Melinda non avevano stipulato, prima di sposarsi, un contratto prematrimoniale. Si è arrivati così ad una divisione dei beni – sia per quel che riguarda gli immobili, sia per quel che concerne la liquidità di denaro -, a cui va aggiunto l’accordo sul fatto che l’ex moglie del magnate statunitense potrà continuare a presentarsi con il cognome Gates.
Nessun problema sulla custodia dei figli per il semplice fatto che non ce ne sarà bisogno. I frutti d’amore scaturiti dal matrimonio sono già tutti maggiorenni, quindi il ‘problema non sussiste’.
Bill Gate e Melinda, divorzio: 65 miliardi all’ex moglie del magnate
Ad un primo calcolo, considerando che il patrimonio dell’imprenditore è di circa 130 miliardi di dollari, a Melinda dovrebbe spettarne la metà, vale a dire la cifra monster di 65 miliardi. L’addio non si sarebbe consumato in modo del tutto sereno. Anzi ci sarebbero degli strascichi su punti privati che sarebbero stati mal digeriti dall’ex moglie di Gates.
A provarlo una serie di notizie e indiscrezioni alquanto fastidiose uscite di recente sul conto del fondatore di Microsoft. Tra queste anche un presunto tradimento che Melinda avrebbe scoperto solo di recente. E che non avrebbe perdonato all’ex marito.
Il matrimonio è durato quasi 30 anni, 27 per l’esattezza. L’annuncio dell’addio è arrivato lo scorso maggio. Bill e Melinda, per comunicare la loro decisione, hanno diramato una nota congiunta, parlando di scelta fatta di comune accordo e sottolineando che avrebbero continuato a lavorare fianco a fianco. I due, infatti, gestiscono assieme diversi enti e associazioni che quindi non dovrebbero subire alcun contraccolpo.