Chiara Ferragni ha voluto dire la sua riguardo la tragica storia del bambino, di appena tre giorni, morto soffocato nel letto dopo essere stato allattato dalla madre. L’influencer difende la mamma e si unisce al coro di tante donne che hanno subìto episodi di violenza ostetrica e che, in questi giorni, gridano a gran voce: “Poteva succedere a me”.
L’incidente è avvenuto nell’ospedale di Sandro Pertini a Roma, nella notte fra il 7 e l’8 gennaio scorso e ha letteralmente sconvolto il paese. La donna, esausta dopo ore di travaglio, si è addormentata dopo l’allattamento al neonato e da lì è scaturita la tragedia. La 30enne sarebbe stata abbandonata a se stessa, nonostante esista un protocollo per cui è fortemente consigliato nei primi giorni di mettere il nascituro in culla subito dopo l’allattamento, a causa della stanchezza del parto. Per questo, è stata aperta un’indagine per omicidio colposo contro ignoti.
L’intervento di Chiara Ferragni
La Ferragni, madre di due bambini, ha usato il suo profilo Instagram di ben 28 milioni di followers per esprimere il suo supporto alla giovane madre e ha ricordato cosa è successo subito dopo la nascita di suo figlio Leone:
Le donne vengono sempre lasciate sole e questo è un problema grandissimo. Mi ricordo quando ho partorito Leo dopo un’induzione di 24 ore e quando mi è stato lasciato al seno per l’allattamento ho rischiato in primis di addormentarmi diverse volte. Ci vuole supporto e aiuto. Siamo donne e mamme, non supereroi.
L’imprenditrice digitale ha partorito il suo primogenito in una clinica privata a Los Angeles e, in passato, aveva raccontato la dura esperienza del parto. Chiara, infatti, aveva sofferto di problemi alla placenta durante la gravidanza che l’hanno portata a dover ricorrere a un’induzione, durata addirittura 24 ore prima dell’arrivo del piccolo.
La futura conduttrice di Sanremo ha poi condiviso un’ulteriore storia in cui appoggia il pensiero di una pagina che si scaglia contro chi accusa la madre di questa drammatica vicenda. “Invece di spingere le madri verso standard irrealistici e colpevolizzare se sono stanche, è ora di ascoltarne volontà e bisogni. Anche in ospedale”, si legge nel post in questione.
Non è la prima volta che la moglie di Fedez mostra la sua sensibilità nei confronti di temi vicini alle donne; proprio recentemente ha scelto di donare il suo cachet sanremese a un’associazione contro la violenza di genere. Dunque, anche in questa circostanza, non ha perso occasione per dimostrare la sua posizione nei confronti di un problema che accomuna milioni di madri.
Le parole della mamma del bambino
Intervistata da “Il Corriere della sera” la donna ha la sua versione di cosa è successo quella tragica notte in cui è morto suo figlio. Tra le lacrime ha spiegato:
Per due notti, quella dopo aver partorito e quella successiva, sono riuscita, a fatica, a tenere il bambino vicino a me. Ero stravolta. Ho chiesto aiuto alle infermiere, chiedendo loro se potevano prenderlo almeno per un po’, mi è sempre stato tuttavia risposto che non era possibile portarlo nella nursery. E lo stesso è accaduto la notte di sabato. Anzi, mi sentivo peggio dei giorni precedenti. Ho chiesto ancora di prendere il bimbo. Non l’hanno fatto. Non ricordo che fosse presente una psicologa, e nemmeno che mi abbiano dato una spiegazione più approfondita.
Fino a quel momento, il bambino non aveva avuto complicazioni e godeva di ottima salute. Poi, improvvisamente, “sono stata svegliata dalle infermiere: il bambino non stava più nel letto con me. Senza dirmi una parola, mi hanno fatto alzare e mi hanno portato in una stanza vicina: lì mi hanno comunicato che il bimbo era morto.”
Anna, nome di fantasia usato durante l’intervista, dichiara di non aver avuto supporto dal reparto dopo aver appreso la notizia e di non aver realizzato nell’immediato cosa era successo al piccolo. Adesso, però, insieme al compagno, pretende giustizia e confida pienamente nel lavoro dei magistrati.