BOATENG E IL MILAN IN CAMPO CONTRO IL RAZZISMO – Kevin Prince Boateng e il Milan scendono in campo contro il razzismo. Quello che è successo durante l’amichevole tra la Pro Patria e il Milan fa discutere e il gesto di Boateng che, al culmine della rabbia, ha scagliato il pallone contro il gruppo di pseudo tifosi che lo schernivano con cori razzisti, ha trovato consensi sia tra i colleghi di Boateng che tra gli addetti ai lavori. La protesta del Milan, però, non si ferma al gesto di Boateng ma continua anche oggi. Nella prima partita del 2013, il Milan, durante il riscaldamento prima della partita contro il Siena ha indossato una maglia speciale con un messaggio contro il razzismo. Il messaggio recita: “Ac Milan against racism”. La maglia vuole essere un messaggio ma anche una speranza che in futuro cose del genere non accadano più.
DOPO BOATENG CORI RAZZISTI ANCHE CONTRO IBARBO – Quello che è successo a Busto Arsizio non ha insegnato ancora niente. Anche ieri sera si è ripetuta una scena analoga. Allo stadio Olimpico di Roma, i protagonisti negativi della serata sono stati i tifosi della Lazio che hanno schernito per buona parte del match il cagliaritano Ibarbo. La terna arbitrale ha minacciato di sospendere la partita in caso di continuazione del tutto. Il compagno di squadra di Ibarbo, Mauricio Pinilla, ha espresso il proprio disappunto su Twitter scrivendo: “ Cori razzisti contro Ibarbo al olimpico… Non imparate niente…”. Quelli di Boateng e di Ibarbo sono solo alcuni degli episodi di razzismo nel calcio. Da anni, infatti, i calciatori di colore sono oggetto degli spiacevoli buu razzisti da parte di gente che non ha nulla da dividere con i veri tifosi. Emblematica è stata le reazione di Juan, difensore brasiliano della Roma che zittì i tifosi della Lazio durante il derby nel marzo 2012. Il razzismo ha colpito anche il pluricampione Samule Eto’ò che zittì i razzisti portando l’Inter alla vittoria dello storico Triplete. A macchiarsi di razzismo sono stati, in alcuni casi, anche i campioni stessi. Emblematico a tal proposito è l’episodio che ha colpito Luis Suarez, squalificato lo scorso anno per otto giornate dalla Lega inglese perchè accusato di razzismo. Suarez, infatti, per ben sette volto ha chiamato l’avversario Evra “negro“. Insomma, gli episodi di razzismo si moltiplicano e forse il gesto di Boateng è un piccolo passo per cambiare la storia.
BOATENG E I DUBBI SUL SUO FUTURO – Kevin Prince Boateng, a distanza di pochi giorni, è ancora fortemente colpito per quello che è successo. I cori razzisti hanno lasciato il segno sul ghanese che comincia a nutrire dei dubbi sulla sua permanenza in Italia. Boateng ha ammesso di non poter sopportare quei cori dicendosi sicuro che altrove non sarebbe mai successo. Su quest’ultimo pensiero nutriamo dei dubbi visto quello che è successo anche in Inghilterra. Ma di una cosa siamo certi: il calcio e tutto lo sport in generale dovrebbe essere sempre pulito e insegnare ai più piccoli l’unione e la fratellanza.