Pochi giorni fa Lucrezia ‘Lulù’ Selassiè, sedicente principessa etiope ed ex concorrente del Grande Fratello Vip, è stata condannata a un anno e otto mesi, con la condizionale. La sentenza è maturata dopo che l’ex fidanzato Manuel Bortuzzo l’ha denunciata per stalking, affermando di essere stato vittima di atti persecutori. Nelle scorse ore le sorelle di Lulù, Clarissa e Jessica, hanno difeso la congiunta. Il nuotatore paraolimpico, intervistato dal quotidiano Il Giornale, ha invece per la prima volta commentato l’intera vicenda.
Lulù Selassiè condannata, l’intervista fiume di Bortuzzo
I due giovani si sono conosciuti nella Casa del GF Vip nel settembre 2022. La love story è proseguita, seppur per poco, anche dopo la fine del reality. A troncare la relazione il 25 aprile del 2023 è stato Bortuzzo. Motivo? Non per un’altra donna ma perché si rese conto che Lucrezia aveva comportamenti e modi di pensare troppo differenti dai suoi. Ed è a questo punto che sono cominciati i problemi. La sedicente principessa non ha accettato la rottura ed ha iniziato ad avere atteggiamenti oppressivi.
“Fin da subito lei non mi ha preso sul serio – ha spiegato Bortuzzo a Il Giornale -. E me la sono ritrovata ovunque. Telefonate, messaggi, ma anche fisicamente: dove io andavo, lei si presentava. E tutte le volte le ribadivo che non l’avevo lasciata per un’altra donna, ma proprio perché volevo chiudere con lei. Niente: continuava a non farsene una ragione“. La situazione si fece via via più angosciante per il nuotatore anche perché la ragazza non le dava tregua. Un esempio di invadenza? “Magari stava fuori da un ristorante, aspettava anche solo per poter parlare, però me la ritrovavo veramente dappertutto”.
Bortuzzo ha raccontato che ad un certo punto ha anche tentato di riavvicinarsi all’ex, per capire se si potesse risolvere il problema e se la love story potesse avere una seconda chance. E in effetti un mezzo e fugace ritorno di fiamma c’è stato: “Ci siamo per un periodo frequentati, e lei è come se avesse indossato una maschera adottando comportamenti che sapeva essere quelli che a me potevano piacere, pur di tenermi. Ma questo è durato poco, alla fine si è rivelata sempre per quella che è, e allora io ho deciso veramente di dire basta”.
Lucrezia, sempre secondo la versione di Manuel (versione tra l’altro a cui hanno creduto i giudici), è diventata ancor più opprimente. Bortuzzo ha confermato per la prima volta che la giovane lo ha raggiunto persino all’estero e le ha messo le mani addosso: “Dopo due mesi si è presentata dall’altra parte del mondo dove io stavo facendo gli europei di nuoto, chiedendo insistentemente di volermi parlare. Quella volta ha anche alzato le mani”.
Il nuotatore ha spiegato che la Selassiè è passata dalla violenza verbale a quella fisica, un fatto che lo ha spinto a sporgere denuncia e ad affidarsi alla giustizia: “Ora io, vista la mia disabilità, mi trovo su una sedia a rotelle, nonostante ciò sono sicuramente grande, sono alto 1,95. Non è che non mi sappia difendere da uno schiaffo. La presi per un polso la accompagnai alla porta dicendole che ci saremmo visti in tribunale“.
Si parla anche di minacce di morte. Su tale punto Bortuzzo ha sottolineato che è vero che l’ex fidanzata in alcune discussioni si è lasciata sfuggire dei “ti ammazzo”, ma che in cuor suo sapeva che mai sarebbe arrivata a macchiarsi di un simile delitto. Il problema per Manuel era un altro: “Non era quello a farmi paura. Piuttosto mi angosciava quando lo diceva su se stessa, mi faceva pesare una specie di ricatto psicologico. Anche quella è una forma di violenza”.
Il nuotatore a un certo punto ha compreso che non avrebbe più potuto gestire da solo la situazione che andava via via a farsi più pericolosa e tossica. Per questo ha deciso di rivolgersi alla giustizia. Ha fatto ricorso al tribunale e ha ottenuto la misura cautelare di allontanamento. Bortuzzo ha tenuto però a evidenziare che non era in cerca di vendetta, né aveva intenzione di far del male all’ex. Semplicemente voleva tutelarsi:
“Io non l’ho minimamente fatto per fare del male a lei o per una vendetta. L’ho fatto per me stesso, per tutelare la mia persona, la mia vita, la mia libertà, la mia serenità. Lungi da me l’idea di fare del male a quella persona alla quale a suo tempo ho voluto veramente molto bene”.
Lulù ha accusato Bortuzzo di aver mentito sulla durata della love story, sostenendo che la relazione è durata anni e non mesi. Su tale punto Manuel è stato perentorio: “La nostra relazione è durata da settembre ad aprile“. Poi c’è stato il processo per stalking e la condanna. “La sentenza del processo – ha rimarcato il nuotatore – l’ha condannata a un anno e otto mesi con sospensione della pena, la sospensione della pena non significa che era innocente“.
Per Lulù Selassiè niente carcere ma obbligo a fare un percorso psicologico
Manuel non ha dubbi ed è convinto che la Selassiè avesse sviluppato una “forma di malattia, di ossessione“. Tra l’altro, ha giustamente evidenziato che tale ossessione è stata “riconosciuta dal tribunale che oggi le ha tolto il braccialetto elettronico”. E ancora: “Non la fa giustamente andare in carcere però la obbliga due volte a settimana a fare un percorso psicologico“.
Il nuotatore ha anche mostrato segni di insofferenza per alcuni commenti letti o uditi sul suo conto: “La cosa paradossale è che io ho la sensazione che nonostante non abbia fatto nulla di male, anzi nonostante io sia la vittima di tutta questa vicenda, alla fine per le persone risulto il cattivo che ha denunciato una ragazza ingiustamente”.