“Soli nella tempesta”: è disponibile in libreria l’autobiografia di Manuel Bortuzzo che ha perso l’uso delle gambe in modo tanto tragico quanto beffardo. Fu scambiato per un’altra persona e raggiunto da colpi di arma da fuoco il 3 febbraio 2019 a Roma. La sua vita, da quel giorno, è cambiata inesorabilmente. Nel libro lo sportivo racconta aneddoti mai svelati prima. In un passaggio fa anche a pezzi la fugace love story vissuta al Grande Fratello Vip 6 con Lucrezia ‘Lulù’ Selassié.
Il nuotatore, seppur ha preferito non menzionare esplicitamente il nome della ‘principessa’ italo-etiope in “Soli nella tempesta, si è chiaramente riferito alla ragazza e alla relazione avuta con lei in un passaggio, definendo il legame un “rapporto assillante, e potenzialmente tossico”. Poche parole e ben scelte per seppellire ciò che inizialmente pareva una favola d’amore, ma che poi, almeno secondo la visione del diretto interessato, rischiava di trasformarsi in un incubo. D’altra parte già al GF Vip 6 si era compreso quanto lui mal sopportasse gli atteggiamenti gelosi e invadenti di ‘Lulù’. Ora lo ha ribadito con parole dure e nette, che lasciano poco spazio ad interpretazioni.
Altra curiosità della sua autobiografia è il fatto che ha scelto di non parlare della sua esperienza all’interno della Casa più spiata d’Italia. Una decisione ponderata che ha avuto origine da un ragionamento più che condivisibile che lo stesso Bortuzzo ha spiegato in una recente intervista rilasciata al Corriere della Sera:
“Non ho dato spazio volutamente al reality, tutto quello che c’era da dire l’hanno già raccontato le telecamere, si è visto tutto . E poi non voglio essere ricordato come il ragazzo del Grande Fratello, vorrei essere considerato l’atleta che raggiunge i suoi obiettivi”.
A proposito di atleta e obbiettivi, tra pochi mesi sarà protagonista alle Paraolimpiadi di Parigi. Da mesi si è messo sotto con gli allenamenti e ha centrato il traguardo: sarà in vasca a gareggiare. Per quel che riguarda l’episodio che gli ha cambiato la vita, quello della sparatoria in cui si è ritrovato senza colpa, ha narrato che non ha avuto altra scelta che andare avanti:
“Ho accettato anche la sedia, perché con la sedia ho fatto molte più cose di quelle che avevo fatto prima. Certo mi sento diverso, ma è normale, in ogni contesto tutti sono in piedi e sono l’unico seduto sulla sedia a rotelle, ma sono anche il primo a fare ironia e battute su di me. Non è facile dire addio a una parte di sé nel fiore della giovinezza. Chi capisce questo riuscirà a starmi accanto sempre”.
Come vede il futuro? Con speranza, seppur naturalmente diverso rispetto a quello che aveva pensato prima di quel dannato e drammatico 3 febbraio 2019. Così in “Soli nella tempesta” su come vede i giorni a venire: “In questi anni non sono diventato diverso, ma mi sono preparato per qualcosa che mi renderà diverso, che deve ancora accadere. Costruire il nido a grandi altezze come le aquile nella solitudine”.