Paolo Brosio voce fuori dal coro sul caso Aurora Leone a La partita del cuore. L’ex concorrente dell’Isola dei Famosi e del Grande Fratello Vip ha difeso all’Adnkronos Gian Luca Pecchini, il direttore generale della Nazionale Cantanti che si è dimesso dopo la bufera sollevata dalla denuncia dei The Jackal.
Paolo Brosio ha dichiarato che quanto accaduto a Torino, dove si è disputata La partita del cuore, è stato davvero assurdo. Il giornalista e opinionista tv ha parlato di un grosso fraintendimento visto che conosce Pecchini da ben 40 anni. A detta di Brosio l’uomo è una persona perbene, educato, galantuomo, con dei sani valori cristiani.
Paolino ha assicurato che l’ormai ex direttore generale della Nazionale Cantanti non si permetterebbe mai di insultare un donna e che non si può far scoppiare un caso del genere mettendo un uomo alla gogna per nulla. Brosio ha poi spiegato quella che ha definito la vera dinamica dell’accaduto:
“Non poteva stare lì non in quanto donna ma perché lei non era stata convocata nella Nazionale Cantanti e lei si era seduta nel tavolo della Nazionale Cantanti. Tanto è vero che lui gli ha detto: ‘Spostatevi al tavolo accanto’ e, infatti, così hanno fatto”
A detta di Paolo Brosio al giorno d’oggi troppa gente si alza la mattina puntando il dito contro qualcun altro. Per questo motivo il 64enne – a differenza di tanti altri personaggi famosi come Fedez, Mahmood ed Emma Marrone- è contrario al ddl Zan.
“È talmente generico che rischi che qualsiasi cosa dici vieni denunciato penalmente. Allora a questo punto va messo un bavaglio su tutto”, ha precisato Paolo Brosio, tornato di nuovo single dopo la breve relazione con la 22enne Marialaura De Vitis.
Che cos’è il ddl Zan
Il disegno di legge proposto da Alessandro Zan ha l’obiettivo di combattere ogni tipo di discriminazione. Principalmente omotransfobia ma non solo: il testo contiene misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità.
Si affrontano anche temi come la violenza di genere, la discriminazione nei confronti dei disabili. Si quantificano le condanne, pesanti peraltro, per chi commette violenza o discriminazione e si propone l’istituzione di iniziative di sensibilizzazione reale.
Cosa prevede il ddl Zan? Carcere e multe salate per chi commette atti discriminatori basati su sesso, genere, orientamento sessuali, disabilità o identità di genere.