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Una tv generalista sempre più a corto di idee che tenta di andare sull’usato sicuro, che poi così sicuro non è. Rai e Mediaset hanno due spine nel fianco per quel che riguarda due giorni del prime time. La spina nel fianco dell’ammiraglia della Tv di Stato è il sabato sera (solo Ballando con le Stelle durante l’anno riesce a contrastare lo strapotere di Maria De Filippi), la rete principale del Biscione fatica la domenica sera. Quindi perché non piazzarci degli speciali dei quiz show rodati come Reazione a Catena e Caduta Libera? All’apparenza una buona idea, nei fatti no. L’ennesima dimostrazione che: uno, non si ha il coraggio di sperimentare nuovi format; due, ciò che va a gonfie vele nel preserale spesso floppa in prime time.

A certificare tale fenomeno sono i numeri. Analisi di Reazione a Catena: nel preserale feriale è uno schiacciasassi e batte sempre e nettamente proprio Caduta Libera. Al sabato sera però la musica cambia. Ecco i dati dei due speciali finora trasmessi:

Numeri non da floppissimo, ma non certo entusiasmanti. Se si scende sotto il 13% allora si che si può parlare di floppino.

Non va meglio a Gerry Scotti, anzi va peggio:

  • Domenica 24 settembre 2023: Caduta Libera – I Migliori, 1.848.000 spettatori (12.8% di share);
  • Domenica 1 ottobre 2023: Caduta Libera – I Migliori, 1.690.000 spettatori (11.9%).

Entrambi i programmi non vanno oltre il 16%. Caduta Libera non raggiunge nemmeno i 2 milioni di utenti. E sì che storicamente, chi conosce le dinamiche televisive, sa che i quiz show faticano in prime time. Certo, viene da rispondere: ma cosa ci si piazza? Per lo meno si sa che con tali soluzioni “tappabuchi” sì è quasi sicuri di non sfondare, ma nemmeno di sfigurare. Si torna al ragionamento iniziale: osare qualcosa in più? Pensare a format sperimentali e differenti? Possibile che in aziende zeppe di autori e menti che hanno fatto la storia della tv non ci sia nessuno a cui dare fiducia per confezionare qualcosa di non già visto?

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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