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Le operazioni di beneficenza di Can Yaman e quei cachet che mettono il divo turco, amatissimo in Italia, in una posizione piuttosto scomoda. Ad accendere un faro sulla vicenda è stata Selvaggia Lucarelli, attraverso le colonne de Il Fatto Quotidiano. La giornalista, che ha di fatto dato il via al ‘Pandoro gate’ che ha travolto Chiara Ferragni, è tornata ad occuparsi di quella zona grigia (che tale non dovrebbe essere) che intreccia spettacolo, eventi benefici e denaro.

L’attore turco aveva un’associazione Onlus chiamata Can Yaman for children. La Lucarelli ha scoperto che l’ente oggi non è più operativo. All’origine del naufragio del progetto ci sarebbero delle liti tra i soci fondatori. La onlus è rimasta operativa dal 2021 al 2023, sfruttando anche la partnership del Policlinico Umberto I di Roma. Inoltre il divo aveva ricevuto il prestigioso “Premio Mede@” nel novembre 2023 per i suoi sforzi in ambito sociale. Tutto bello e altruistico? Forse sì, ma forse anche no.

Can Yaman e i suoi soci, tra gli impegni sostenuti, hanno organizzato il Break the Wall Tour, un progetto che coinvolgeva scuole, ospedali e discoteche. L’attore e i suoi soci sono andati nelle scuole per parlare di percorsi evolutivi adolescenziali e in diversi frangenti in discoteche per raccogliere fondi per la Onlus. Ad esempio il 9 marzo 2023 Yaman ha incontrato gli studenti del Liceo Scientifico Tullio Levi Civita per poi fare tappa alla discoteca 24 Mila Baci di Latina. Il medesimo schema si è verificato in altre città.

Selvaggia Lucarelli ha indagato sulle dinamiche organizzative della Onlus, scoprendo che sono sì state effettuate delle donazioni, ma che sono pure stati riconosciuti cachet a Can Yaman. Insomma, sembra che da un lato l’associazione raccogliesse fondi, ma che dall’altro il divo si facesse comunque pagare per la sua presenza. La Lucarelli ha contattato il responsabile della discoteca 24 Mila Baci di Latina, Rino. “Noi – ha riferito il gestore – come discoteca abbiamo fatto una donazione tramite bonifico di 5.000 euro alla associazione di Yaman“. Bel gesto. Ma c’è un ma…

La giornalista, che sospetta che oltre alla donazione sia stato versato un cachet al divo superiore ai 5mila euro, ha girato il quesito direttamente a Rino. Questa la replica: “Loro (la Onlus, ndr) ci hanno chiesto di di pagare con un altro bonifico il manager”. La Lucarelli ha ipotizzato che un personaggio come Yaman possa avere un cachet che si aggira tra i 20-30 mila euro. “Non mi ricordo, poi perché lo dovrei dire a lei?”, ha controbattuto il gestore della discoteca. Insomma, dei soldi, oltre alla donazione, sarebbero stati versati per il cachet, ma non si sa quanto di preciso.

Lo statuto e i bilanci di Can Yaman for children sul sito del Runts (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore) fanno emergere che il presidente è Francesco Cirulli e il suo vice è Roberto Macellari, vale a dire le due persone che accompagnavano nei tour e nelle discoteche l’attore. Andando a vedere i bilanci 2021 e 2022 della Onlus si scoprono cifre piuttosto scarne. In quattro anni di attività l’ente ha donato una culla termica, tre dispositivi a un ospedale di Assisi e ha contribuito alla ristrutturazione di un’ala del Policlinico Umberto I.

Va bene che vale il detto meglio poco che nulla, ma con un simile impegno, il bottino pare non proprio consistente. Lucarelli ha raggiunto anche Macellari che ha fornito la seguente spiegazione: “Io sono un amico di Can, vado con lui in palestra. Non mi occupo del discorso economico e l’organizzazione con le discoteche è di Francesco”. Sui presunti cachet di Can Yaman aleggia il mistero. Domanda, tanto di moda dopo il ‘pandoro-gate’ di ‘ferragniana’ memoria: ma la beneficenza non si fa gratis e senza cachet?

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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