Carlo Cracco non ha apprezzato il “funerale” ricevuto nella prima puntata di MasterChef senza di lui e non le manda a dire in un’intervista a Spy, in edicola da venerdì 16 febbraio.
Carlo Cracco commenta il suo finto funerale a MasterChef Italia
La settima edizione di MasterChef si aprì con un finto funerale di Cracco. “Sono sempre i migliori che se ne vanno”, commentò Bruno Barbieri. “Ultimamente era così nervoso”, disse Antonino Cannavacciuolo. “Ha chiesto di essere marinato”, chiosò Joe Bastianich.
Cracco, intervistato dal settimanale, commenta: “Nella prima puntata hanno inscenato il mio funerale, non ne sapevo nulla. Ero a casa, stavamo cenando e non guardavo la tv. A un certo punto hanno cominciato a chiamarmi al telefono… Volevano sapere se ero morto davvero. L’ho trovato un po’ kitsch, di cattivo gusto. Anche perché non si è mai fatta una cosa del genere in televisione. Al Festival di Sanremo non ho mai visto fare il funerale al conduttore precedente. Però è anche vero che la televisione per fare audience è disposta a tutto: a vendere la mamma, la nonna, la suocera, la nuora e a vendere la pelle dell’orso ancora prima di averla cacciata. E quindi anche a fare il funerale a Cracco”.
Carlo Cracco guarda ancora MasterChef
Nonostante quest’episodio, però, Cracco non smette di seguire il cooking show: “Guardo ancora MasterChef. Bruno Barbieri, Joe Bastianich e Antonino Cannavacciuolo sono i miei fratelli, i miei ‘figli’. Non potrei mai parlare male di loro”.
Carlo Cracco e l’importanza del mangiare bene
Cracco parla anche di un nuovo progetto: “Il mio obiettivo è sempre quello di diffondere la cultura del cibo. Ora sono impegnato verso una nuova frontiera, quella del mangiare bene per stare bene. Adesso va di moda il deliveroo (consegne a domicilio, ndr). Vedo tantissimi ragazzi in giro per le città in bicicletta a consegnare cibo nelle case lavorando in certe condizioni e sottopagati… però la gente è convinta che sia una figata. Ma perché farsi portare una pizza che da quando esce dal forno a quando arriva a casa è fredda e non è più buona? Quel servizio non è cultura del cibo, è un concetto sbagliato che abbassa la qualità. È la classica via di mezzo… piuttosto esci e vai al ristorante, oppure stai a casa e te lo prepari tu”.