Carlo Ripa di Meana è morto. A distanza di due mesi dalla scomparsa di Marina.
Carlo Ripa di Meana chi era e quanti anni aveva
Carlo Ripa di Meana è stato un politico e ambientalista italiano.
È stato parlamentare europeo, Commissario europeo per l’Ambiente e Ministro dell’ambiente. È stato, inoltre, portavoce dei Verdi e presidente di Italia Nostra.
Nel 1982 sposò Marina Punturieri, già moglie di Alessandro Lante della Rovere. I due sono rimasti insieme fino alla morte di lei, avvenuta il 4 gennaio 2018.
Lui era malato da tempo ed è morto all’età di 89 anni in un ospedale romano Carlo Ripa di Meana. A darne notizia il figlio Andrea in una telefonata all’Ansa. “A meno di due mesi dalla scomparsa dell’adorata moglie Marina si è spento oggi pomeriggio”, dice il figlio che ricorda come il padre Carlo sia stato “uomo politico e di cultura socialista e ambientalista, parlamentare, ministro della Repubblica, presidente della Biennale del Dissenso e di Italia Nostra. “Mio padre – aggiunge il figlio – è morto assistito con amore dal figlio, dalle sorelle e fratelli”.
Carlo Ripa di Meana scoprì in tv la morte della moglie Marina
“Marina se n’è andata esattamente come ha voluto e deciso, da gran dama quale era – scrisse la rivista Oggi – ma il destino le ha voluto però giocare l’ultimo atroce scherzo. Negli ultimi giorni di insopportabile dolore, il suo pensiero è sempre stato per l’amato marito Carlo Ripa di Meana. Lui, molto malato da tempo, chiuso nel suo mondo che ha i confini di una comoda camera con bagno ricavata nel grande appartamento romano in zona Cola di Rienzo, non doveva sapere, non doveva essere turbato e scosso da tanta sofferenza”.
Come spiegò dunque il settimanale “Marina è morta a pochi metri di distanza, in un’atmosfera ovattata costruita minuziosamente perché lui non si accorgesse di nulla e fosse poi informato col dovuto tatto e garbo. Invece Carlo ha acceso il televisore e un telegiornale gli ha sparato in faccia la notizia come un calcio di mulo”.
“Nell’ottobre scorso c’era stato l’ultimo viaggio della speranza, a Parigi, al celebre istituto dei tumori Gustave Roussy”, scrisse il settimanale. “Dottori di gran nome e fama avevano sfogliato quasi con distacco i fogli della sua cartella clinica. ‘Mi hanno fatto pagare 500 euro per la visita solo per dirmi che dovevo continuare coi protocolli terapeutici che già stavo seguendo’, si è lamentata Marina con gli amici più cari”.
Fino alla scelta di ricorrere alla sedazione profonda.