Arriva la risposta dell’ospedale, ma trattasi di una replica che non convince. O che per lo meno non chiarisce affatto i motivi di una simile scelta. Si sta parlando del caso relativo al ricovero di Belen Rodriguez presso il Giustinianeo di Padova, dove ha partorito Luna Mari; caso che è scoppiato dopo che in rete è trapelato un cartello affisso all’interno del nosocomio dove si informava che gli ascensori 4 e 7 per il terzo piano “causa Belen e fino a nuovo ordine”, non sarebbero stati in funzione. Il documento portava la seguente firma: “P.I.”
Fanpage.it ha contattato l’azienda sanitaria per capire chi abbia firmato quell’ordine, chi si cela dietro alla sigla ‘P.I’ e perché è stata adottata una simile decisione. In risposta si è visto indirizzare quanto segue: “La direzione del reparto assicura che il reparto è in questo momento accessibile pur mantenendo intatta la garanzia della privacy di tutti i degenti. Quanto all’avviso, era una cosa burlona, mettiamola così”.
‘Una cosa burlona’, viene definito il cartello ‘incriminato’. Sempre come rileva Fanpage.it si è innanzi ad un chiarimento che di chiarimento ha ben poco. Di fatto la domanda è stata dribblata. Così come al momento non si sa a chi sia riconducibile a quel ‘P.I.’. Mica roba da poco, visto che se si risalisse alla persona della sigla si troverebbe colui/colei che ha dato il via all’ordine.
Sempre la testata giornalistica campana spiega che la forma puntata P.I. non è riconducibile a nessuno del reparto di Ostetricia e Ginecologia, che è diretto dalla Dott.ssa Maria Teresa Gervasi (e come direttore di dipartimento c’è la Prof.ssa Liviana Da Dalt); potrebbe darsi però che ‘P.I.’ sia riferibile a Personale Infermieristico, che in organigramma ha come coordinatrici Valentina Fiorin e Paola Pavin. Il mistero perdura.
Il cartello, dopo che è stato captato, si è diffuso in un batter d’occhio sui social ed ha provocato un gran baccano, con tanto di protesta da parte di diversi utenti. Tra coloro che lo hanno rilanciato c’è stato il profilo Nurse Times. Trattasi di un portale che è impegnato a divulgare una corretta informazione sanitaria, di cronache e fatti inerenti alle pratiche del settore ospedaliero. Nel frattempo continua la ‘caccia’ nel tentativo di scovare la persona che ha dato l’indicazione e di comprendere perché si sia ricorsi a un siffatto espediente.
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