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Tony Effe escluso dal Capodanno al Circo Massimo: ma siamo certi che sia questa la vera polemica? La notizia dell’esclusione del rapper da uno degli eventi più richiesti (e ambiti) dell’anno ha ovviamente fatto il giro del web e tutti i media ne hanno parlato. Eliminare un artista da un palcoscenico vietandogli di esibire la sua arte è censura e la censura, nel quasi 2025, non è certamente ammissibile. Però, c’è sempre un però. A destare maggiore polemica sulla polemica, ci hanno pensato i colleghi e le colleghe di Tony, che in segno di solidarietà hanno scelto sia di non partecipare al Capodanno (Mahmood apripista, Mara Sattei a seguito), sia di esprimere il loro totale dissenso nei confronti della scelta.Su Instagram è stata una cascata di messaggi: da Emma Marrone a Noemi, da Giorgia a Lazza; insomma, gran parte della musica italiana si è schierata con Tony, censurato ingiustamente.

Tra accuse contro l’organizzazione e contro il sistema, c’è chi però non trova coerente la scelta dei colleghi del rapper: “Ipocrisia”, dichiara Ginevra Lamborghini, mentre Ghali cancella tutti i post da Instagram con annessa foto profilo. Che cosa sta succedendo?

No alla censura, sì all’ipocrisia: non è Tony Effe il problema, sono le prese di posizione 

Il vero punto della situazione non è Tony Effe come persona, nessuno ha intenzione di giudicare lui persona, ma tutti lo hanno giudicato come artista. I suoi testi non sono un grande esempio da seguire (ma come i suoi quelli di tanti altri colleghi rapper/trapper), specialmente nella società di oggi, afflitta e affranta da femminicidi e violenza a tutto tondo. È questo il punto, è sempre stato questo il punto. La censura si denigra sempre o si denigra solo quando “fa comodo”? Qual è il senso di schierarsi con Tony e non “contro i suoi testi” misogini? A destare maggiore delusione sono forse le artiste donne, le stesse che nel loro quotidiano si battono per combattere la violenza di genere e poi fanno “spallucce” senza condannare i testi del rapper, oggettivamente violenti.

È anche vero che il focus è la censura, che resta criticabile nella nostra contemporaneità, ma è qui che nasce la critica, la stessa portata avanti da Ghali, da Selvaggia Lucarelli, da Vladimir Luxuria e tante altre personalità: “Quindi da ora in poi sdoganiamo qualsiasi linguaggio misogino, omofobo, contro i disabili perché chi si oppone a questo linguaggio viene tacciato di censura. Si fanno gli interessi delle donne o delle case discografiche?”, ha dichiarato in modo provocatorio Vladimir, esprimendo il pensiero di molti, forse dei più.

Il gesto di Ghali esprime tutto senza dire niente: perché ha cancellato tutti i contenuti di IG?

Che cosa c’entra Ghali con Tony Effe? Ma soprattutto perché ha cancellato tutti i post del suo profilo Instagram? Molti fan si sono preoccupati: di punto in bianco sparito tutto, anche l’immagine del profilo, ma tra i dubbiosi e preoccupati c’è chi ha capito subito il punto del suo pensiero. Un unico post lasciato nel feed: l’esatto momento in cui, a Sanremo 2024, Rich Ciolino (l’amico alieno di Ghali, protagonista di Casa Mia) gli sussurra all’orecchio qualcosa da dire alla platea: “Stop al genocidio”.

Sappiamo tutti quanto quel gesto sia stato messo a tacere, tamponandolo e rendendolo pubblicamente “sbagliato”. Dal comunicato ufficiale dell’ambasciatore israeliano che accusava il rapper di seminare odio sfruttando un palco come quello dell’Ariston, fino a Mara Venier, che in diretta nazionale dovette leggere il comunicato stampa della Rai, scritto dall’amministratore Roberto Sergio, con tanto di solidarietà espressa al popolo di Israele e alla Comunità Ebraica.

Nessuna mobilitazione per Ghali da parte dei colleghi: lui cancella tutto, in segno di evidente protesta

Il gesto di Ghali fu, seppure in modo differente, censurato, criticato, considerato esagerato e sbagliato. Dov’erano i colleghi cantanti in quel momento? Perché nessuno si è mobilitato per esprimergli vicinanza? Qualcuno ha anche pensato che la cancellazione dei post sia una “tattica” per promuovere un nuovo disco (mosse da artista comuni), ma c’è anche chi pensa che sia un gesto solidale per Tony Effe. Il filone più gettonato rimane quello della protesta silenziosa ma estremamente evocativa: “Sul silenzio dei colleghi in altre circostanze Ghali ha ovviamente ragione”, avrebbe scritto Lucarelli.

Insomma, c’è odore di ipocrisia e di battaglie di serie A e battaglie di serie B, ma non è di certo una gara, quando in ballo c’è la vita che occupa il mondo, nessuna sfumatura esclusa.

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