Cesare Buonamici, fratello di Cesara, nota giornalista del Tg5 nonché opinionista del Grande Fratello, a processo per stalking. L’accusa è grave ed è stata mossa dagli inquirenti che ritengono l’uomo autore di una serie di dispetti e azioni negative contro la sorella la quale, come riporta il quotidiano La Repubblica, si è limitata a un commento lapidario a proposito della faccenda che la vede come parte lesa: “Questa è una storia triste. Non voglio commentare”. Una frase ripetuta più volte, segno di quanto il volto Mediaset sia amareggiata per la piega presa dalla situazione con il fratello.
Cesare Buonamici è un imprenditore. In particolare, è il fondatore dell’azienda agricola che porta il nome di famiglia e da luglio 2023 è presidente di Coldiretti Firenze e Prato. Adesso è finito a giudizio con l’accusa di stalking nei confronti della sorella Cesara. A deciderlo è stato il gup di Firenze, di concerto con la procura che punta il dito contro l’uomo. Secondo le indagini, Cesare ha architettato una serie di mosse con il chiaro intento di turbare la vita della sorella.
All’udienza svoltasi lunedì 18 novembre 2024, ha partecipato solo il marito dell’opinionista del Grande Fratello, Joshua Kalman. Dall’altra parte dell’aula presente Cesare che, sempre seguendo la versione fornita dal quotidiano La Repubblica, non ha scambiato nemmeno uno sguardo con Joshua. Il difensore dell’imprenditore, Massimo Megli, ha spiegato che c’è stata una “disputa tra fratelli per questioni economiche, legate a una proprietà, e costellata da dispetti reciproci”.
Perché Cesare Buonamici è indagato per stalking contro la sorella
Forse la diatriba legata alla proprietà citata dal legale Megli è correlata all’azienda agricola sulle colline della città, a Fiesole, una piccola oasi di pace immersa nel verde dove si produce olio e altri prodotti. Tra gli episodi contestati, c’è la presunta occupazione di una stanza di proprietà della giornalista che, nella causa, è seguita dall’avvocata Elisa Baldocci.
Secondo quanto emerso, il fratello per diverso tempo si sarebbe rifiutato di liberare la proprietà. Si sarebbe così creata un’atmosfera sempre più pesante a livello familiare. Ma ci sarebbe dell’altro: Cesare avrebbe deviato le telecamere dell’azienda verso la dimora della sorella per tenerla d’occhio e per estorcere informazioni sui suoi conti correnti.
“Incolpava ingiustamente la sorella di avergli sottratto della corrispondenza (un pacco contenente grembiuli) che in realtà era stata correttamente recapitata al personale impiegato presso il frantoio Buonamici”, un altro degli episodi contestati nel capo di imputazione. E ancora: “Costringeva la persona offesa a sostenere ingenti spese legali al fine di risolvere svariate controversie e contenziosi civili con il fine di pregiudicare la serenità della persona offesa”. Ora Cesare è stato rinviato a giudizio. Il processo comincerà tra 11 mesi, nell’ottobre 2025.