Domenica 28 maggio è stata trasmessa l’ultima puntata di Che Tempo che Fa su Rai Tre. The end, si chiude un’epoca, quella di Fabio Fazio alla Rai. “Grazie di cuore per questi 40 anni bellissimi, grazie a tutti, ai miei amici e ai miei colleghi. Davvero, buona vita a tutti”, con queste semplici parole il giornalista savonese si è congedato dalla Rai, Saluti per certi versi sorprendenti. Ci si aspettava qualche parolina in più, magari anche polemica. E invece niente, la solita pacatezza, quasi come se stesse terminando una puntata normale. Anche perché già durante la puntata ci hanno pensato i suoi ospiti a menare fendenti sulla Rai e la lottizzazione politica della Tv di Stato che, di fatto, ha provocato la fuoriuscita dal palinsesto di CTCF.
La lettera di Luciana Littizzetto alla Rai e la stoccata a Salvini
Lungo la puntata non sono mancati momenti emozionanti e pure polemici. C’è stata l’intervista ad Anthony Hopkins (una vera e propria chicca), l’ospitata di Mengoni ed Elodie (altra chicca), la chiacchierata curiosa e interessante di Fazio con Aurelio De Laurentiis e l’ultimo show di Luciana Littizzetto che ha chiuso con il botto indirizzando una lettera a Mamma Rai.
“Cara Rai, tu che sei partita con un canale e adesso ne hai più di Venezia. Tu che hai Tg1, Tg2 e, per ora, anche il Tg3. Tu che non hai più l’Annunziata. Eccoci arrivati alla fine della nostra relazione. Abbiamo retto a sette governi. Sono stati anni proprio belli, di allegria, fatica, grandi ascolti, ospiti importanti. Ogni anno pestavamo qualche merd*ne e ci spostavi di canale, ma abbiamo resistito: soprattutto grazie ai nostri milioni di spettatori che ci vogliono bene. Cara Rai, tu per me non sei la parte politica di turno che ti governa, tu sei Enzo Biagi, Mike Bongiorno, Piero e Alberto Angela, Pippo Baudo, Renzo Arbore, la mia amata Raffaella – e l’elenco continua -. Mi lasci ricordi straordinari, e pure sto pirla di Fabio, che mi dovrò portare “alla prova del Nove”. Grazie a Fabio per tutti questi anni insieme. L’unico presentatore che se fa pessimi risultati gli danno addosso, e che se ne fa di ottimi gli danno addosso il doppio. Cara Rai, restiamo amici, chissà se un giorno ci ritroveremo, in un’Italia diversa, dove la libertà venga rispettata. In un’Italia dove un ministro non si preoccupa di quello che fa un saltimbanco. Non ti dimenticare che il servizio pubblico è di tutti, di chi governa e di chi pensa il contrario”.
Infine, la stoccata a Salvini: “P.s. Bello ciao”.
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L’affondo di Michele Serra
In apertura di puntata Fazio è stato accolto in studio da una standing ovation. Poi ha subito ceduto la parola al giornalista e scrittore Michele Serra che ha menato fendenti durissimi sui politici, spiegando che la storia della Rai “è fatta di persone e programmi, ma anche di ingerenza della politica”.
Serra ha picchiato duro sulla lottizzazione della Tv di Stato, sfoderando l’arma del sarcasmo misto ad ironia: “Oggi se Topo Gigio tornasse in onda, tutti si chiederebbero a quale partito è in quota. E se tornasse il Quartetto Cetra, sia ben chiaro che, dei quattro, uno dev’essere meloniano, uno leghista, uno grillino e il quarto del Pd. Poi quello grillino e quello del Pd si annullano litigando tra loro, e così diventa il duetto Cetra, solidamente governativo”.
Poi l’attacco frontale al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. “Alla Rai ci sono gli stalinisti”, aveva detto proprio a CTCF il ministro in tempi non sospetti. Michele Serra ha ripreso quelle parole, commentandole così: “Ci chiediamo quanto sia stato difficile per lui sopravvivere quando era direttore del Tg2: lo tenevano chiuso in una segreta?. Parla di brutto clima, recriminatorio e meschino. Se fossi di destra sarei preoccupato, perché penseranno che lavoro in Rai non perché sono bravo ma perché sono di destra. Pensate che anche il direttore di Isoradio — le notizie sul traffico — è di nomina partitica. Bisogna ricordarsi che la Rai è dello Stato, non dei partiti”.