Fin da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, comprensibilmente, in studio a Che tempo che fa il clima è cambiato parecchio. Niente più stacchetto musicale frizzante, niente più tavolo con gli ospiti che ridono e scherzano. Alla seconda puntata in diretta durante la quale il tema della guerra è stato al centro c’è stato spazio anche (seppure in collegamento) per un ospite d’eccezione ucraino come Andriy Shevchenko. Un ospite che, più di tutti i presenti in studio, si è comprensibilmente mostrato emozionato e anzi commosso per tutto quello che sta accadendo al suo Paese.
Fabio Fazio è riuscito a far piangere Andriy Shevchenko, sono bastate poche immagini celebrative per fargli scendere più di qualche lacrimuccia. Dopo aver visionato una clip celebrativa a lui dedicata, lo sportivo si è lasciato andare ad un piantino liberatorio.
Sono oltre 20 anni che il calciatore è uno degli sportivi di punta dell’Italia, che fin da subito l’ha accolto a braccia aperte nel Milan.Un’accoglienza, quella riservata a Shevchenko, che il calciatore non potrà mai dimenticare e della quale è profondamente grato. Ecco il perché della commozione, al di là della situazione terribile che la sua Ucraina sta vivendo in questi giorni così difficili.
Shevchenko apre l’intervista dichiarando, asciugandosi le lacrime dagli occhi e con la voce spezzata: “Non riesco a vedere questo senza lacrime, scusate”. Di fronte alle lacrime del calciatore, anche Fabio Fazio si è emozionato a pure parecchio. Il conduttore, a sua volta con la voce traballante, ha risposto: “So che non è consolatorio ma le tue lacrime sono le lacrime di tanti di noi e sono tutte le lacrime che vediamo nel popolo ucraino in questi giorni”.
Il pianto e l’emozione del calciatore sono chiaramente anche legaeo alla preoccupazione per i membri della sua famiglia. I familiari di Sheva, come raccontato dallo sportivo , hanno deciso volontariamente di stare a Kiev. Ci sarebbe la possibiltià per loro di andarsene, ma come spiegato da “Sheva” anche se sono stati aperti corridoi umanitari il fuoco incrociato non si ferma.