Checco Zalone risponde alle critiche del suo ultimo film Tolo Tolo dopo la pubblicazione della canzone Immigrato
Uscirà solo il 1 gennaio Tolo Tolo, il nuovo film di Checco Zalone, ma sta già facendo discutere parecchio. Dopo la pubblicazione della canzone Immigrato l’artista pugliese è stato accusato da più di qualcuno di razzismo. Ma Checco non ci sta e in un’intervista a Vanity Fair, nel numero in edicola da martedì 24 dicembre, ci ha tenuto a precisare che le critiche lo hanno parecchio infastidito. Zalone non le ha trovate costruttive, così come dovrebbero essere, bensì noiose e imbarazzanti, segno di un’Italia che non riesce ad andare avanti.
Cosa ha detto Checco Zalone sul suo ultimo film che uscirà il 1 gennaio
“Ho affrontato un tema che era nell’aria e a cui tra un proclama di Salvini e uno sbarco a Lampedusa pensavo da anni. Le reazioni mi hanno annoiato se non imbarazzato. Siamo messi male. Rivendico il diritto di non piacere e di non risultare divertente. Anche se devo dire che essere difeso da chi avresti voluto attaccare è divertentissimo. Hanno parlato di geniale operazione di marketing. Di strategia. Di calcolo. Ma dove? Ma quando? Magari chi ha scritto queste cose non ha visto integralmente il video o nutre semplice antipatia nei miei confronti. Il problema è la povertà del dibattito”, ha detto Checco Zalone a Vanity Fair. “Il ditino moralizzante sempre alzato a dire “questo si può o questo non si può dire”. Il nascere pretestuoso di polemiche inutili e modestissime. La soglia della correttezza pretesa e della scorrettezza denunciata dal tribunale degli opinionisti si è vertiginosamente abbassata e in pochissimo tempo. Se si guarda al cinema degli anni ’70 lo si capisce immediatamente. Viviamo nell’assurdo. Siamo a un passo dal corso di laurea in politicamente corretto”, ha aggiunto.
Checco Zalone: “Anche io sono stato un migrante prima del successo”
A Vanity Fair Checco Zalone ha ricordato gli esordi nel mondo della musica, quando il successo di Zelig era ancora molto lontano. “Suonavo il piano vestito da Babbo Natale per 50 euro e sotto di me il pubblico inferocito che mi chiedeva di fare meno rumore, di non disturbare la festa. Il primo migrante ero io. Un migrante disperato come tutti i migranti. Per andare in trasmissione viaggiavo sulla tratta ferroviaria Bari-Milano con la stessa frequenza di mio nonno Pasquale, capostazione, e in tasca non avevo una lira”, ha confidato. Checco ci ha inoltre tenuto a precisare che il suo ultimo film racconta la storia di un migrante italiano.
Di cosa parla Tolo Tolo, il nuovo film al cinema di Checco Zalone
“La storia di un italiano deluso dalla madre patria. Di un individuo che ha fatto una serie di investimenti sbagliati e sostiene di essere un sognatore. Il mio sognatore fugge dall’Italia, si trasferisce in Africa e una volta lì assiste allo scoppio di una guerra civile. Arrivano le milizie, una sorta di Isis o di Boko Haram, ed è costretto a tornare indietro, solo che non può farlo perché in Italia è inseguito dai creditori. Si ritrova quindi nella stessa situazione dei migranti: non c’è nessuno che lo voglia”, ha raccontato.