Chiara Ferragni ha versato il primo bonifico da 400mila euro all’associazione “I Bambini delle Fate”. Nei prossimi mesi dovrà effettuare altre due transazioni uguali, per un totale di 1,2 milioni di euro. Questi vanno ad aggiungersi a quelli della multa dell’Antitrust dello scorso dicembre, legata al famigerato Balocco – gate, per cui l’influencer cremonese ha dovuto sborsare circa 1,1 milioni di euro.
Tramite una nota apparsa sul sito internet www.chiaraferragnibrand.com, l’influencer ha fatto sapere che tramite le sue società TBS Crew Srl e Fenice Srl, in data 28 agosto 2024, ha effettuato il primo versamento – complessivamente pari a 400.000,00 euro – “delle tre devoluzioni previste a favore dell’impresa sociale “I Bambini delle Fate”, nell’ambito degli impegni dalle stesse presentati nel procedimento “uova di Pasqua/Chiara Ferragni” e accolti dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato con provvedimento notificato il 5 luglio 2024 cui si rimanda”.
Di recente l’ex moglie di Fedez ha sottolineato il carattere benefico dell’operazione, sostenendo che gli 1,2 milioni di euro per “I Bambini delle Fate” sono un contributo economico volontario e non una sanzione. La questione, però, la si può vedere anche da un altro punto di vista. L’Antitrust, dopo aver multato la Ferragni per il Balocco – gate con 1,1 milioni di euro, ha avviato un procedimento per fare chiarezza su un’altra sponsorizzazione opaca, quella relativa alla vendita delle uova pasquali di Dolci Preziosi.
La faccenda si è conclusa con l’autorità e le società della Ferragni che hanno trovato un accordo: con il gesto di devolvere 1,2 milioni (tramite tre bonifici da 400mila euro) all’associazione “I Bambini delle Fate”, il procedimento sarebbe stato chiuso dall’Antitrust. E così è stato. Certo l’influencer avrebbe potuto tentare di continuare la battaglia a livello legale nel tentativo di vincerla. Avendo però visto l’esito del caso del Balocco – gate, assieme ai suoi avvocati, ha optato per una soluzione differente: quella appunto della donazione.
A livello ufficiale sì è sì innanzi a dei soldi elargiti in beneficienza. Guardando ai fatti, però, è opportuno specificare che tale attività benefica trova origine in una ‘stretta’ da parte dell’Antitrust. Senza troppo girarci attorno, l’influencer cremonese, se non avesse trovato un accordo in cui si è deciso per la donazione, avrebbe dovuto molto probabilmente pagare comunque una multa salatissima. A livello di immagine meglio uscirne con un’attività benefica che con una sanzione come nel caso dei pandori.