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C’è Instagram e poi c’è la realtà, spietata. Spesso, come ormai è arcinoto, la vita ‘vera’ si discosta non di poco dai social dove tutto è più bello, per il semplice fatto che non di rado, anzi quasi sempre, ciò che viene mostrato sulle piattaforme web viene ritoccato, ‘camuffato’, reso migliore. L’ultimo esempio lo offrono alcune immagini in bikini di Chiara Ferragni. Ci sono quelle che lei pubblica sui suoi account e poi ci sono quelle rubate dai paparazzi. La differenza è evidente. E qui non si tratta di body shaming. E non si tratta nemmeno di criticare una persona per via dei suoi difettucci che sono sacrosanti e umani.

Predicare bene e razzolare male…

Il punto è che la Ferragni, come molte altre sue colleghe, un giorno sì e l’altro pure consiglia a milioni di followers, non senza dosi di retorica, di sforzarsi ad essere sempre se stessi, di mostrarsi per ciò che si è, di non vergognarsi delle imperfezioni etc etc. Peccato che poi si scopre che i suoi scatti tante volte sono ritoccati, oppure studiati in modo tale che vengano nascosti i cosiddetti difettucci. Dunque? Dunque viene buono il detto che sarebbe opportuno non predicare bene e razzolare male.

Chiara Ferragni e la realtà

Fuor di dubbio che ognuno è libero di fare ciò che vuole, pure di modificare le foto da capo a piedi e di evitare di riprendersi punti del corpo che ritiene da non mostrare. A stonare, si ripete, sono i discorsi sull’accettazione. Che di per sé sono stupendi, nulla da dire. Ma da che mondo e mondo, tutti sono bravi a parlare, un po’ meno a mettere in pratica i buoni propositi o a soddisfarli fino in fondo. E sempre da che mondo e mondo le persone si fanno delle opinioni su ciò che un interlocutore dice e su ciò che poi fa.

Altrimenti detto un individuo risulta credibile se ciò che sostiene, al di là che si sia d’accordo o meno con lui, lo segue nella vita reale. Quando invece si denota una discrepanza, inevitabilmente viene meno la credibilità.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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