Skip to main content

Nessuna archiviazione, Chiara Ferragni dovrà andare a processo. Nelle scorse ore l’influencer cremonese è stata rinviata a giudizio con l’accusa di truffa aggravata per le ormai arcinote vicende relative alla vendita del Pandoro Balocco e delle uova di Pasqua. Il decreto di citazione diretta è stato notificato ai legali dell’imprenditrice nel corso della mattinata di mercoledì 29 gennaio 2025. C’è già anche la data di inizio del processo: 23 settembre davanti alla terza sezione penale del tribunale di Milano.

La reazione di Chiara Ferragni

“Credevo sinceramente che non fosse necessario celebrare un processo per dimostrare di non aver mai truffato nessuno. Dovrò purtroppo convivere ancora del tempo con questa accusa, che ritengo profondamente ingiusta, ma sono pronta a lottare con ancora maggiore determinazione per far emergere la mia assoluta innocenza”. Così Chiara Ferragni in una nota.

Naturalmente anche gli avvocati dell’imprenditrice, vale a dire i difensori Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, continuano a ribadire che secondo loro le azioni della Ferragni non avrebbero alcuna rilevanza penale. A non pensarla così sono i pm che hanno infatti formulato il capo di imputazione poc’anzi menzionato, truffa aggravate.

Restiamo fermamente convinti che questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale e che ogni profilo controverso sia già stato affrontato e risolto avanti l’Agcm”, hanno dichiarato gli avvocati. E ancora: “L’interlocuzione con i Pubblici Ministeri non ha avuto l’esito auspicato e la Procura ha preferito demandare al Giudice del dibattimento ogni decisione nonostante sia evidente l’assenza di condotte costituenti reato e la mancanza delle condizioni di procedibilità. L’innocenza della nostra assistita verrà certamente acclarata in giudizio che affronteremo serenamente”.

I punti chiave dell’impianto accusatorio e gli altri indagati

Chi ha svolto le indagini ha sostenuto che la Ferragni si sia resa protagonista di operazioni di “finta beneficenza”. In particolare la procura aveva parlato di consumatori “danneggiati” con “informazioni fuorvianti” e un “ingiusto profitto” di oltre 2 milioni e 200 mila euro. Inoltre è stato fatto notare che l’ex moglie di Fedez ha anche avuto “ritorno di immagine legato alla prospettata iniziativa benefica”.

Oltre a Chiara Ferragni, gli indagati sono il suo ex collaboratore e braccio destro Fabio Damato, Alessandra Balocco, amministratrice delegata dell’azienda piemontese, e Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia-ID (per le uova di Pasqua). A tutti è stato notificato l’atto di citazione diretta a giudizio.

Cosa succede ora e le reazioni

Non appena la notizia è trapelata, è stata rilanciata da tutte le testate e da tutti i siti di informazione. Anche i social sono stati invasi da post che hanno riportato la vicenda. Selvaggia Lucarelli, colei che ha fatto deflagrare giornalisticamente il ‘Pandoro-gate’, ha subito rilanciato la news tra le sue storie Instagram, evitando però di commentarla per il momento. Anche collega Gabriele Parpiglia ha condiviso la notizia, raccontando che in questi mesi è stato più volte contattato dai legali della Ferragni e di D’Amato e affermando che il “problema non sono i giornalisti che fanno il loro lavoro. Dovete capire che la macchia addosso ve la siete appiccicata voi”.

E adesso? Naturalmente il processo farà il suo corso e Ferragni, con i suoi legali, proverà ad uscirne indenne. Il problema immediato e dei prossimi mesi è che, mediaticamente, l’influencer continuerà ad essere accostata alla vicenda della “finta beneficienza”, con la spada di Damocle che le pende addosso di una possibile condanna. Una situazione ch avrà senza dubbio ulteriori ripercussioni sulla sua immagine e, quindi, sulla sua attività professionale.

Per quel che riguarda il processo, l’indagine del procuratore aggiunto Eugenio Fusco e del pm Christian Barilli, affidata al nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Milano, si avvarrà in aula di diversi testimoni. Parleranno i finanzieri del nucleo Pef e 17 persone “informate sui fatti”.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

Lascia una risposta

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.