Non è l’Arena chiuso a poche settimane dalla fine della stagione televisiva: un fatto alquanto inusuale, se si considera che prima dell’annuncio cheha innescato un terremoto nell’ambiente televisivo italiano non c’era stato alcun segno premonitore che potesse far pensare a un epilogo di questo tipo circa l’esperienza di Massimo Giletti su La7. Un fulmine a ciel sereno. In molti si sono domandati quali siano le cause reali della decisione di Urbano Cairo di far abbassare le serrande in fretta e furia al talk. Diverse indiscrezioni hanno tentato di spiegare i perché, ma alla fine nessuno ha compreso a fondo i motivi della faccenda. Ora è il quotidiano Il Foglio a raccontare in modo dettagliato cosa si cela dietro alla scelta di mandare in pensione la trasmissione.
“Massimo Giletti faceva perdere una barca di soldi a Urbano Cairo”. Così Salvatore Merlo in prima sull’edizione cartacea odierna de Il Foglio. Secondo quanto riferito dal giornalista, la situazione “si era fatta addirittura insostenibile”. Per corroborare la sua tesi, Merlo scrive di una raccolta pubblicitaria ai minimi storici e di un passivo di “circa 150mila euro” per ogni puntata. Urbano Cairo, definito come “uno che a La7 riesce a tagliare i costi persino delle colazioni al mattino”, avrebbe quindi deciso di tagliare il talk. Dunque Giletti sarebbe stato messo in stand by per “mancanza di utili”.
Chiusura Non è l’Arena, un caso gestito malissimo
Al di là dei motivi che hanno spinto Cairo a scegliere di arrestare il viaggio di Non è l’Arena, senza dubbio la vicenda è stata gestita dal punto di vista mediatico malissimo. Giletti non ha attaccato direttamente il patron di La7, ma ha sottolineato come 35 persone del suo gruppo di lavoro siano state “lasciate per strada senza alcun preavviso”. Dal canto suo Cairo si è limitato a una dichiarazione di rito, rimarcando che Giletti, nei 6 alla guida del talk, ha goduto di incondizionata libertà. L’imprenditore ha quindi augurato al giornalista di trovare un luogo di lavoro simile a quello che ha trovato a La7.
Un botta e risposta a bassa intensità. Pare però che dietro a tale scambio di opinioni non proprio tenere covino braci alquanto ardenti. Insomma, non si fa peccato a pensare che il ‘matrimonio’ Giletti-La7 si sia concluso in modo tutt’altro che tranquillo. Certo è che qualche spiegazione in più poteva essere fornita. E invece con il ‘detto-non detto’ non si è fatto altro che alimentare il circolo dei veleni e delle dietrologie.