Per mesi, prima della presentazione dei palinsesti Mediaset, ha tenuto banco il “Caso Barbara d’Urso” in quei del Biscione. Dagospia aveva rivelato che la conduttrice campana era ad un passo dal vedersi non rinnovato il contratto con l’azienda di Cologno Monzese. Altrimenti detto, sarebbe rimasta appiedata dopo anni e anni da protagonista del piccolo schermo. Le cose sono andate in maniera differente: il contratto in scadenza a dicembre 2022 le “è stato rinnovato per le prossime stagioni, rifarà Pomeriggio Cinque. Abbiamo scherzato con Pio e Amedeo, ma è una signora professionista”, ha spiegato Pier Silvio Berlusconi il 29 giugno scorso durante la presentazione alla stampa dei progetti Mediaset 2022/2023.
Tutto bene quel che finisce bene? Ni. Dagospia, nelle scorse ore, ha narrato i retroscena che hanno portato al rinnovo del contratto e la situazione tra la d’Urso e il Biscione non sarebbe per nulla idilliaca. Secondo il portale diretto da Roberto D’Agostino, tra un po’ di mesi, la conduttrice campana potrebbe ritrovarsi fuori dai giochi. Il portale esperto di retroscena tv ha invitato a fare un passo indietro, più precisamente a fine aprile, quando cioè anticipò la volontà di Mediaset di non rinnovare il contratto di Barbara D’Urso.
“Indiscrezione credibile e verificata. Notizia che confermiamo ancora una volta. Rilanciata da tutte le testate e non smentita per oltre due mesi dai vertici del Biscione. Una scelta precisa, non una casualità”, ha ribadito Dagospia. E ancora: “La controprova anche in un facile ragionamento. Provate a scrivere di un contratto non rinnovato di Paolo Bonolis, Gerry Scotti, Maria De Filippi, Maurizio Costanzo e Silvia Toffanin. Poi aspettate i secondi che vi separano dalla smentita diretta o fatta filtrare”.
Dunque c’era davvero l’intenzione di lasciare la presentatrice tutto “cuore” senza alcuna trasmissione? E se stavano così le cose, che cosa ha fatto cambiare idea ai piani alti di Cologno Monzese? E il contratto per le “prossime stagioni”, a conti fatti, di quanto è davvero stato rinnovato?
Dagospia ha dato risposte su tutto, sostenendo che a poche settimane dalla presentazione dei già citati palinsesti, la d’Urso “non era traballante, era fuori dai piani dell’azienda. C’è chi accennava a volti di punta allertati, alla volontà di comporre il pomeriggio in maniera differente”. Sempre secondo i ‘Dago-retroscena, da una parte si sono manifestate posizioni contrarie alla tv d’ursiana di alcuni dirigenti Mediaset che contano, dall’altra si è stagliata la figura di ‘Barbarella’ che, anche se nell’ultimo biennio non ha raccolto ascolti entusiasmanti, resta un pezzo di storia (che piaccia o meno) della tv commerciale.
Una voce dall’alto, forse quella di un Berlusconi, chissà quale, sarebbe intervenuta risolvendo la questione in modo ‘democristiano’. “Non è il momento degli strappi e di nuovi casini”, avrebbe detto la voce dall’alto. Un diktat che si è tramutato nel rinnovo temporaneo del contratto della d’Urso, a cui è stato consegnato soltanto il talk Pomeriggio Cinque (bocciato invece l’esperimento La Pupa e Il Secchione che non tornerà in onda).
Attenzione però: si ponga la lente di ingrandimento su ciò che ha detto Pier Silvio Berlusconi in merito alla conduttrice napoletana: le “è stato rinnovato per le prossime stagioni, rifarà Pomeriggio Cinque”. Dagospia invita a considerare che Berlusconi non ha detto “per i prossimi anni” bensì “per le prossime stagioni”. Quindi? “Dagospia può anticipare che il contratto di Barbara D’Urso è stato rinnovato solo per dodici mesi. La scadenza passerà da dicembre 2022 a dicembre 2023, gli ultimi tre mesi rientreranno nella stagione successiva. Da qui “le prossime stagioni”. Un contratto che prevede la conduzione di Pomeriggio 5. Una vittoria? Una sconfitta? Un colpo di scena? Fate vobis“.