Mentre si trova ancora ricoverato nel reparto di Psichiatria all’ospedale Niguarda di Milano, Fabrizio Corona è stato denunciato per minacce dopo le frasi che ha rivolto contro i giudici milanesi. La scorsa settimana, quando ha saputo di dovere tornare in carcere dopo la revoca dei domiciliari, l’ex re dei paparazzi si era ferito e con la faccia sporca dal sangue su Instagram si era rivolto contro il sostituto pg Antonio Lamanna e il magistrato della Sorveglianza Marina Corti:
“Questo è solo l’inizio, dottoressa Corti, signor Lamanna questo è solo l’inizio. Quant’è vero Iddio sacrificherò la mia vita per togliervi da quelle sedie”
Ansa ha fatto sapere che il magistrato della Procura generale di Milano, dopo una breve valutazione degli atti, sporgerà querela e la denuncia arriverà ai pm bresciani, competente sui reati commessi. La difesa di Fabrizio Corona farà ricorso in Cassazione dopo la revoca dei domiciliari perché tutte le relazioni degli esperti agli atti dicono che l’uomo non deve tornare in carcere e deve continuare le cure per la sua patologia psichiatrica.
Intanto, il siciliano è all’ottavo giorno di sciopero della fame e della sete in ospedale. Nei giorni scorsi sarebbe stato anche protagonista di una serie di atti di autolesionismo. Fabrizio avrebbe tentato di ferirsi con una vita. Nella mattinata di mercoledì 17 marzo 2021 ha ricevuto la visita del consigliere regionale della Lega Max Bastoni, il quale ha voluto accertarne le condizioni. Come riporta l’autorevole agenzia, il politico ha potuto dialogare “con una persona colpita, psicologicamente provata, tesa, molto dimagrita e con una evidente necessità di cure”.
Da quando è in psichiatria, Corona non può vedere la tv o usare il telefono. Può soltanto leggere libri e qualche giornale. Nelle ultime ore su Fabrizio ha rotto il silenzio Adriano Celentano.
Corona arrestato: perché gli è stata revocata la detenzione ai domiciliari
Perché Corona deve tornare in carcere? Nel corso degli anni Fabrizio ha violato le prescrizioni imposte dal magistrato di Sorveglianza di Milano. All’uomo erano stati dati i domiciliari per scontare il residuo di pena e curarsi dalla dipendenza dalla cocaina e per il suo disturbo della personalità.
Adesso dovrà tornare dietro le sbarre e scontare la pena fino a settembre 2024. Già lo scorso ottobre gli erano stati annullati i nove mesi trascorsi in affidamento terapeutico, decisione su cui la difesa ha presentato ricorso.