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Maxi guadagni per Dagospia e maxi stipendio per l’anima del portale, vale a dire il suo fondatore Roberto D’Agostino che, curiosamente, non detiene nemmeno una quota del sito il cui progetto è cominciato il 19 giugno di 24 anni fa. Il Corriere della Sera, con un articolo ad hoc, ha reso noti i numeri della rivista online più irriverente d’Italia. Gode di ottima salute sul fronte economico. Basti pensare che nel 2023 ha fatto registrare ricavi con altissimi margini sugli utili. Nel dettaglio, 800 mila euro di utile su 2,2 milioni di ricavi (nel 2022 680mila su 2,6 milioni). Il patrimonio netto è pari a 4,3 milioni e i debiti sono irrisori. Altrimenti detto, Dagospia non è soltanto un successo dal punto di vista editoriale, ma pure imprenditoriale.

Lo stipendio di Roberto D’Agostino e a chi appartengono le quote del sito

Naturalmente si tratta bene colui che il portale lo ha fondato: Roberto D’Agostino, anche se non possiede alcuna azione (tra poco vedremo perché), è l’unico amministratore di Dagospia spa, ed ha una retribuzione annua che si aggira attorco a 300 mila euro.

Capitolo quote: da pochissimo il 5% delle quote del sito sono di Riccardo Panzetta (43 anni) che è il vicedirettore di Dagospia. Di recente, tramite un’operazione di emissione di azioni, sono state regalate appunto il 5% di quote a Panzetta, giornalista che è nella redazione da oltre 13 anni. Tutte le altre quote appartengono a Rocco D’Agostino, il figlio di Roberto. Pochi mesi fa, quest’ultimo, a proposito dei progetti sulla gestione del portale, si è così espresso in una chiacchierata con la testata Italia Oggi:

“Io faccio quello che mi piace, ho una redazione meravigliosa, con il mio vice Riccardo Panzetta, e andranno avanti anche dopo di me. Mio figlio Rocco è uno scienziato, ama quel lavoro (ingegnere alla Pirelli ndr) e di Dagospia non gli frega assolutamente nulla. È padrone al 100%, deciderà lui il da farsi”.

Dagospia, quanto valgono i marchi e la politica conservativa sugli utili

Sempre Il Corriere della Sera ha spiegato che Dagospia attua da sempre una politica alquanto conservativa sugli utili. Riassumendo, distribuisce pochi dividendi e mantiene riserve sostanziose. Vista la popolarità del sito, anche i brand Dagospia (dominio .it e .com) e Cafonal hanno un valore non indifferente. Dopo la rivalutazione effettuata nel 2020, quando il portale ha compiuto 20 anni, è stato quantificato che a oggi valgono rispettivamente 600mila e 240 mila euro.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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