La risposta dopo il licenziamento dell’ormai ex manager di Chiara Ferragni, ovvero Fabio Maria D’amato, non si è fatta attendere. Il 36enne ha prontamente pubblicato delle stories su Instagram in cui racconta tutto. Damato rivela innanzitutto di essere stato lui a licenziarsi e di averlo fatto già da tempo. Per la precisione da febbraio scorso, ma di aver aspettato fino ad oggi per gentile richiesta da parte delle società per cui lavorava. Fa anche delle importanti rivelazioni sul caso del Pandoro Gate, sostenendo di non essere lui l’autore delle email incriminate che sono circolate nel web subito dopo l’inchiesta. Insomma, si toglie più di qualche sassolino dalla scarpa dopo essere stato in silenzio per mesi. Ma iniziamo dal principio.
Fabio Maria Damato, amico e socio di Chiara Ferragni, è stato da molti accusato di essere il diabolico architetto delle famose truffe di beneficienza che hanno coinvolto la bella influencer. Fedez per primo ha dichiarato di avere detto più volte a Chiara di allontanarsi da lui e di non averlo mai tollerato. Fino ad oggi, però, sembrava che la Ferragni avesse intenzione di continuare la sua collaborazione con Damato malgrado tutto e tutti. Invece sorprendentemente è proprio di oggi la notizia che Chiara Ferragni lo abbia licenziato (vedi Fabio Maria Damato fuori dalle aziende Ferragni: la nota e i motivi ) È a questo punto che Fabio Maria Damato decide di parlare e comunicare al web quale sia la sua versione dei fatti.
La risposta di Fabio Maria Damato: non sono stato licenziato!
Dopo una prima parte di ringraziamenti Damato specifica di aver seguito il percorso evolutivo non solo di Chiara Ferragni ma anche di chi la circondava come la mamma Marina di Guardo, la sorella Valentina Ferragni fino ad arrivare a Luca Vezil. La prima frecciatina dunque sembra suggerire che sia stato lui a dar luce al talento di questi personaggi che ruotavano intorno alla figura di Chiara. Poi il manager prosegue dichiarando di essere stato lui a licenziarsi dall’Azienda e non il contrario come era stato lasciato intendere e afferma quanto segue:
Lo scorso febbraio dopo attente e inevitabili riflessioni ho deciso di dare le dimissioni (quindi no, non sono stato licenziato) dalle aziende con con cui ho condiviso un percorso incredibile… A dimostrazione di questo ho accolto le necessità delle società che mi hanno chiesto di restare fino a giugno.
Poi prosegue dichiarando che tutte le comunicazioni dal 17 dicembre 2023 (quando è scoppiato lo scandalo) in poi non hanno visto il suo coinvolgimento. Arriva poi a parlare del tasto dolente, ovvero del Pandoro Gate, dichiarando di non essere lui l’autore delle e-mail che incastravano la Ferragni e scrive quanto segue: “Devo precisare come nessuna di queste e-mail fosse la mia.”
L’ex manager della Ferragni si racconta triste e amareggiato, perché è stato messo in dubbio tutto il suo percorso lavorativo. “Esco stremato da una certa violenza che abbiamo tutti subito, specie Chiara Ferragni, che ho sempre rispettato come persona e capo…”. Inoltre Damato si sofferma anche nello specificare che i suoi guadagni non siano milionari come da tanti sostenuto, che sia un onesto lavoratore e di non aver richiesto nessuna liquidazione aggiuntiva se non quella che gli spettava.
Lapidario sul finale, conclude: “Oggi è opportuno rettificare come la mia uscita sia stata una scelta autonoma e volontaria e non come diffuso dall’Azienda, che il cambiamento fa parte di un percorso di rinnovamento aziendale”. Insomma qualche dubbio ci rimane: ci troviamo di fronte ad un nuovo errore di comunicazione da parte della Ferragni e della sua azienda oppure Fabio Maria Damato non accetta di essere stato fatto fuori?