Domenica In, nella puntata del 19 novembre, ha dedicato ampio spazio al tragico omicidio di Giulia Cecchettin, la ragazza uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta. Il giovane è stato arrestato in Germania nelle scorse ore, dopo una fuga lunga una settimana. Ora sarà richiesta l’estradizione in Italia dove si svolgerà in processo.
Tra gli ospiti in studio, Mara Venier ha accolto anche la criminologa Roberta Bruzzone, che in diversi interventi ha mostrato fermezza e lucidità. Tantissimi i telespettatori sintonizzati su Rai Uno che si sono riversati sui social, avallando per filo e per segno quanto esternato dalla Bruzzone. Qualcuno ha addirittura invitato la Tv di Stato ad affidarle un programma specifico sul tema della prevenzione delle violenze femminili e su come riconoscere alcune situazioni pericolose.
“Il problema di Giulia – ha scandito la Bruzzone a Domenica In – è che non riesce a liberarsi di lui che voleva fare tutto con lei. Viaggi, palestre, ogni cosa. Lo aveva davanti sempre, manco era libera di andare a comprarsi un paio di scarpe. Questo era un assedio, non un amore. Il problema di alcune ragazze è che sono state educate a considerare queste forme invasive come segnali di interesse. E invece sono segnali gravi, ve ne dovete andare subito”.
“Dovete finirla di dire che era un bravo ragazzo. Ha mostrato una lucida ferocia premeditata”, ha poi tuonato la Bruzzone, ricordando diversi dettagli emersi dalle indagini che spingono appunto a credere che l‘omicidio di Giulia non sia stato provocato da un raptus di follia, ma da un piano diabolico premeditato.
A far propendere verso tale ipotesi è il fatto che Turetta ha ucciso Giulia con un coltello e l’ha poi abbandonata in una strada non accessibile al traffico (dunque sapeva che lì sarebbe stato difficile trovare il corpo). E ancora, gli investigatori hanno scoperto che prima di compiere il delitto aveva fatto delle ricerche su internet su come sopravvivere ad alta quota. Insomma, sono diversi gli elementi che portano a pensare che Turetta non abbia agito accecato in quel momento dalla rabbia, ma con un piano già stabilito.
Bruzzone ha parlato della faccenda anche con il quotidiano Il Messaggero:
“L’aspetto che mi colpisce è che probabilmente questo ragazzo aveva delle problematiche psicologiche importanti, di matrice narcisistica. Non è riuscito a elaborare la fine della storia e si è sentito inadeguato rispetto a Giulia. Perché lei gli obiettivi li aveva raggiunti e lui no. Evidentemente c’era una sorta di competizione diretta tra i due. Che Giulia non ha visto e non ha colto, ma da parte di Filippo c’era. E tutto questo accade a ridosso della laurea di Giulia. Un momento in cui lei avrebbe certamente spiccato il volo e avrebbe cominciato anche una sua carriera. Una fine definitiva, quindi, di quella relazione che lui non tollerava potesse avvenire. Probabilmente l’ha attirata in questa trappola con la consapevolezza che quel giorno lei a casa non sarebbe tornata. Temo che Filippo abbia progettato il sequestro e l’omicidio di Giulia”.