Domenica In e Mara Venier fatti a pezzi da Aldo Grasso, firma del Corriere della Sera nonché uno dei critici televisivi più quotati d’Italia. Secondo il giornalista, il programma pomeridiano festivo della rete ammiraglia Rai è troppo intriso di ‘vecchiume’ e non è in grado di andare ad intercettare una platea giovanile. Quello che sostiene Grasso, tra l’altro, è anche il sentiment che spesso si respira sui social dove più volte sono cascate critiche nei confronti della ‘Zia’ e del suo staff, biasimati per invitare non di rado personaggi del cosiddetto ‘tempo che fu’.
Aldo Grasso ha affondato i suoi fendenti verbali partendo dall’ultima puntata di Domenica In. Da un episodio in particolare: quello in cui si è sentita Mara Venier ricordare che Tony Dallara era un “urlatore”. Breve digressione: negli anni 50, l’appellativo urlatori, era usato dalla stampa con connotazioni spregiative. Di questi facevano parte artisti come il già citato Tony Dallara, Little Tony, Adriano Celentano e Mina, i quali venivano contrapposti ai principali interpreti della melodia all’italiana dell’epoca: Claudio Villa, Nilla Pizzi, Luciano Tajoli, Tonina Torrielli.
Nel salotto di Domenica In, nell’ultima messa in onda, c’erano pure Al Bano, Marina Occhiena (la bionda dei Ricchi e poveri), Michele, Maurizio Mandelli e Tiziana Rivale. Non proprio una carrellata di ospiti di primo pelo. Grasso ha così evidenziato che mentre su Rai Uno la discussione si sviluppava tra questi “vecchi urlatori”, su Canale 5, Maria De Filippi stava conducendo “la versione domenicale di “Amici”, piena di giovani per un pubblico di giovani”.
Non è la prima volta che il critico del Corriere della Sera fa un ritratto impietoso di Domenica In. Lo aveva reso anche il settembre scorso, quando Mara Venier dette spazio al tema riguardante il processo per l’eredità di Gina Lollobrigida. Grasso aveva tuonato: “Vogliamo nobilmente sottrarre all’oblio un personaggio illustre o siamo prigionieri di una tv che non sa più anticipare i tempi, che ha lo sguardo rivolto solo al passato, che parla la lingua della rassegnazione? Domenica in è il vento dell’inconsistenza”.
Ora il giornalista è tornato a rimarcare come in effetti Rai Uno sembri infischiarsene di almeno provare a catturare un pubblico più giovane. Perché, che piaccia o no, un ragazzo under 30 di oggi, quasi certamente, non sa manco chi siano le Tiziana Rivale e i Maurizio Mandelli. Non che tali artisti debbano per forza essere relegati all’oblio, ci mancherebbe. Magari però si potrebbe trovare un equilibrio e puntare su ospitate in grado di interessare sia le giovani sia le vecchie generazioni.