Elio e Le Storie Tese, il 68° Festival di Sanremo anticipa il loro addio. E non mancano dichiarazioni polemiche rilasciate al quotidiano Libero.
Elio: “Al Dopofestival non cantavamo i nostri pezzi, Claudio Baglioni al Festival invece…”
“Siamo i re della non-autocelebrazione, che poi è il nostro più grande errore”, spiega Elio.
E precisa: “A volte bisognerebbe vantarsi di più. Quando abbiamo fatto noi il Dopofestival non abbiamo suonato neppure una nota di un nostro pezzo, ora osserviamo un Festival in cui in ogni puntata Baglioni canta 4 canzoni di Baglioni. Questo nostro atteggiamento decisamente non paga…”.
Elio: “Lo Stato Sociale può fare quelle cose sul palco grazie a noi”
Dallo scimmione alla vecchia che balla ormai lo stile di Elio e Le Storie Tese è sdoganato: “Siamo stati i primi dell’ambiente indie a salire su quel palco. Se oggi Lo Stato Sociale può fare quelle cose è perché abbiamo rotto quel muro”.
Elio respinge le critiche su Arrivedorci ed elogia The Kolors
E quest’anno in molti criticano il loro pezzo Arrivedorci: “Molti lo definiscono ‘inaccettabile’. Inaccettabile? Ma io canto la fine di una storia incredibile che abbiamo fatto tutti assieme e senza mai litigare. Certo, mi viene il dubbio che non siamo al passo con i tempi, ma trovo che abbiamo sempre delle idee fantastiche. E la nostra è una canzone curata, strutturata un po’ di più rispetto agli altri pezzi in gara. Il critico dovrebbe accompagnare l’ascoltatore dall’alto della sua competenza, invece sono i critici che si fanno accompagnare dagli ascoltatori…”.
Chi può raccogliere l’eredità del gruppo? “I Kolors! Abbiamo molti più punti in comune di quello che può sembrare. Intanto loro ‘suonano’ davvero e si sono fatti il cu*o nei localini come noi (Le Scimmie a Milano, ndr). Lo so che fa ridere, ma lo penso davvero. Oh, loro suonano forte”.