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La Giornata internazionale contro la violenza sulle donne è appena trascorsa ma c’è chi, come Emma Marrone, non si ferma alla retorica femminista che accomuna molti solo nel giorno del 25 novembre. La cantante salentina, oggi giudice arguta di X-Factor, continua a portare avanti una battaglia che – come racconta in un’intervista al quotidiano Il Messaggero – la tiene viva sin da quando è piccola. Il femminismo è dentro di lei grazie agli esempi avuti in casa da parte della madre. Donna tutta d’un pezzo, bella e dalla personalità enorme. “Quando parlava lei tutti zitti” – racconta Emma. I pregiudizi esistono, lei li ha vissuti sulla propria pelle quando poco più che 20enne, bionda, vinceva Amici nel 2009. Era una ragazzina, inesperta, in un marasma di gente, ma con un unico obiettivo: tirare dritto per una strada in salita.

Una vita contro gli stereotipi di genere

Ha macinato chilometri e raggiunto diversi obiettivi in questi 10 anni di carriera da cantante e autrice. Da sempre si è contraddistinta dalla maggior parte dei suoi colleghi usciti dai talent show. Ha sempre voluto dire la sua, indipendentemente dalle conseguenze, dalle simpatie e antipatie che avrebbe – inevitabilmente – incontrato nel suo percorso. Una strada che le è fruttata molto. Oltre a essere un’artista musicale, Emma a oggi si raffigura come una paladina della sua femminilità, che non insegue mode e che, soprattutto, non si piega per rientrare in quel cerchio culturale ristretto in cui è ancora costretta la donna del 2020.

Il suo percorso l’ha portata a sedere al banco dei giudici di X-Factor. Unica donna che ai live più di tutti fa sentire la propria voce, pur non essendo protagonista del palco. La sua squadra è diventata la sua famiglia. Quindi nonostante sia una sfida a eliminazione, perdere un componente diventa motivo di riflessione. Così com’è accaduto durante l’ultimo live in cui l’eliminato è stato un suo protetto: Blue Phelix. Emma ha immediatamente commentato dicendo che l’Italia non è ancora pronta per persone del genere. E a Il Messaggero spiega:

X Factor è una gara, l’eliminazione ci sta. Ma quando di un cantante non si parla del modo in cui canta e si leggono solo insulti tipo “frocio”, non ci sto. È come quando una donna parla in pubblico e la gente fa commenti solo sulle tette. Volevo difendere la sua umanità“.

Emma Marrone: “L’Italia non è pronta”

L’Italia, per la cantante salentina, 36 anni, nata a Firenze ma cresciuta a Lecce e ora stabile nella Capitale, per lavoro e volontà, non è pronta per tante cose. Soprattutto per chi si mostra senza pregiudizi. Una caratteristica rara quanto spaesante. Se le gridano “Sei un cesso” non si scomoda dalla sua sedia e a chi le chiede come fa a rimanere immobile davanti alle critiche di genere, risponde: “Come se le donne potessero essere attaccate solo sull’aspetto e mai sul loro pensiero“.

Il nostro Paese, inoltre, non è pronto a vedere una donna diversa da come è stata sempre immaginata, descritta, raffigurata dagli altri. Quasi sempre dagli uomini. E parla anche della scelta, da parte di una donna, di non avere figli lungo la proprio vita.

“Io non voglio figli ora, devo fare ancora un sacco di rock’n roll. La maternità non è un obbligo. Ognuno ha il suo percorso. Può succedere che una donna voglia dedicarsi a se stessa. E poi anche l’età delle madri è cambiata. Oggi abbiamo la possibilità di congelare gli ovuli e conservarli”.

Forse è l’autonomia della donna moderna a terrorizzare la società del nostro Paese. Emma ammette di essere una tutto fare, di non piegarsi davanti alle difficoltà più “maschili” e di essere totalmente indipendente. Motivi per cui, probabilmente, gli uomini davanti a lei fuggono. “E’ brutto quando non puoi avere il controllo su una donna. Ma so che da qualche parte c’è uno alla mia altezza“. E davanti alla violenza di genere attacca tutti: “Tutti siamo responsabili“. Le responsabilità, secondo la cantante, non possono essere relegate alla famiglia, all’uomo violento. Reinserire l’educazione civica nelle scuole potrebbe essere un primo passo. E infine lancia una frecciatina a qualche quotidiano meno attendo:

Dovremmo metterci tutti una mano sulla coscienza, anche certi giornalisti quando titolano: “Era disperato per la separazione”. E che cos’è un’attenuante? Era un mostro punto“.

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