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I traumi, i periodi di crisi umana e la rinascita: Emma Marrone, intervistata dal Corriere della Sera, ha aperto il suo cuore, parlando a ruota libera dei momenti in cui è stata pesantemente “disturbata”. Oggi è tutto alle spalle. Afferma di essere in “stato di grazia”. Lo fa dopo il concerto al Forum di Assago (il primo di tre appuntamenti che concludono il progetto ‘Souvenir’). A febbraio c’è il Festival di Sanremo: c’è la possibilità di vederla sull’Ariston? Assolutamente no. Carlo Conti è inutile che chiami.

Emma Marrone e il periodo più buio prima della rinascita

Quando le viene chiesto quale sia stato il momento peggiore vissuto dal punto di vista umano, Emma non ha dubbi e fa correre la memora al 2022, quando è venuto a mancare a 66 anni suo padre, a cui era legatissima. In quella fase, per via del particolare stato emotivo in cui si trovava, scelse di ripartire dai club. Luoghi più appartati, dove si sente ancor più la presenza del pubblico. La cantante salentina ricorda che in quel periodo era “distrutta, disturbata e inca**ta”:

“La perdita di mio papà è stato il momento più difficile da affrontare. Il clic per ripartire è arrivato quando ero in studio ed è nata “Mezzo mondo”. Ho capito che volevo riprendere la mia strada. Per me Souvenir è stato un disco di reset non solo perché stavo attraversando un trauma familiare e personale ma anche perché è cambiata la musica Dopo l’uscita del disco sono partita subito col tour nei club: non ero in grado fisicamente e psicologicamente di affrontare dei posti grandi. Ero troppo distrutta, disturbata, inca**ata… È stato un periodo tragico della mia vita, e avevo il bisogno di ritrovare il contatto con la musica e con la gente. È stata una scelta personale, non una scelta di mercato”.

Il lavoro con il vocal coach e la scelta di fermarsi

Negli anni l’ex allieva di Amici di Maria De Filippi ha anche apportato delle modifiche al suo modo di cantare. Tutt’ora lavora parecchio con Pachy, il suo vocal coach. Non si impegna solamente sulla tecnica, ma anche sulle posture errate e sui traumi fisici: “Con lui ho scoperto che usando il corpo in modo diverso riesco a fare bene anche falsetto e voce sottile. La rabbia e la forza non sempre aiutano: nella vita ho sempre usato quelle ma ho capito che morbidezza e dolcezza possono aiutare”.

Dopo il Forum di Assago, la si vedrà in altri due palazzetti: il 14 novembre a Roma e il 17 a Bari. Poi la Marrone si fermerà. Sempre lungo le colonne del Corriere della Sera, confida che ha bisogno di una pausa e rilassarsi: “Mi fermo. Ho bisogno di dormire, di fare cene con gli amici, di respirare e di godermi quello che è accaduto dall’uscita del disco in poi”. Porte chiuse, anzi sbarrate per Sanremo. Anche se dovesse chiamare Caro Conti in persona? “Non ce la faccio proprio. Ho bisogno di un momento per me”.

In diverse occasioni Emma, come altre sue colleghe, è stata criticata per gli outfit esibiti durante le sue performance. Sulla questione crede che pesi un certo tipo di cultura retrograda e maschilista, sottolineando che quando avviene che un artista uomo si presenta sul palco in mutande nessuno si azzarda a lanciarsi in arringhe che gridano alla volgarità: “Se un ragazzo italiano sale sul palco in mutande si parla del suo concerto; se lo fa una donna si parla dell’outfit e non del fatto che abbia lavorato per arrivare fin lì”.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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