Enrico Nigiotti a ruota libera, l’intervista: dalla tentazione di lasciare tutto e partire per le Canarie, fino all’esibizione a Sanremo 2019: “Vincere non è necessario”
La vita è fatta di bivi e prendere quelli giusti al momento opportuno può dare la svolta. Ne sa qualcosa Enrico Nigiotti, che a un certo punto della sua carriera è stato tentato di abbandonare tutto, compresa la musica, e trasferirsi alla Canarie. Invece ha tenuto duro: denti stretti e pugni chiusi poi la scelta di tentare la carta X Factor. Decisione rivelatasi azzeccatissima. Da lì in poi la svolta, con i pezzi fatti con Nannini, Pausini e Ramazzotti. Infine lo sbarco a Sanremo 2019 con l’apprezzato brano Nonno Hollywood, presente nell’edizione speciale del suo ultimo album Cenerentola e altre storie. Un percorso da montagne russe, come ha raccontato Nigiotti a TgCom24
“Vincere non è necessario, basta crederci sempre”
“Vincere non è necessario, basta crederci sempre”, ha raccontato, spiegando poi la genesi del brano sanremese avvenuta il mattino dopo la scomparsa del nonno (11 agosto 2018). “Sanremo è la ciliegina sulla torta – confessa alla testata online TgCom24 – Ho avuto tante soddisfazioni quest’anno, dal brano con Gianna Nannini, il tour che è andato bene, i pezzi per Laura Pausini e Ramazzotti… è stato un anno ricco. E cominciarlo con questo Sanremo è iniziare un altro anno in modo perfetto”. L’augurio del cantante è ora di raggiungere un pubblico più vasto. Il successo è giunto dopo molte delusioni. Dove si trova la forza per non mollare? “Ho continuato nonostante tutto e adesso sono un professionista. Quello che mi sento di dire è di crederci sempre”.
“Volevo andare alle Canarie, poi ho detto faccio un provino a X Factor”
“Volevo andare alle Canarie, poi ho detto faccio un provino a ‘X Factor’ ed è andata bene. Le valigie sono sempre pronte, quando mi rompo me ne andrò”, confida, a proposito della tentazione di lasciare tutto e ricostruirsi una vita altrove. Ora in programma c’è il tour che inizia ad aprile: “Sarà molto bello, nei teatri. Il teatro l’ho scoperto a dicembre. Il contatto con il pubblico è perfetto, senza distrazioni, anche il silenzio è calibrato. Sentire il respiro del pubblico e sentire il proprio è davvero magico.”