Il bullismo televisivo, il ritorno a Mediaset, la voglia di sperimentare, il successo sudato: sono tutti argomenti riguardanti Enrico Papi che, intervistato da Fanpage.it, ha provveduto lui stesso a sviscerare, alla vigilia dell’esordio della nuova attesissima stagione di Scherzi a Parte. Lo storico format decollerà con la quindicesima edizione su Canale Cinque domenica 12 settembre. Per il conduttore romano una grande soddisfazione rientrare sulle reti del Biscione dopo 4 anni di ‘latitanza’ a Tv 8. Soddisfazione che aumenta ancor più di intensità se si considera che il ritorno lo farà dalla porta principale, in prime time, sulla rete ammiraglia, nel dì festivo, al timone di uno show che ha fatto un pezzo di storia della tv.
“Più che una rivincita lo vivo come un debutto – spiega Papi a Fanpage,it -. Ero in una situazione idilliaca a Tv8 dove sperimentavo i miei prodotti con risultati di ascolti importanti e ho intrapreso questa strada per il gusto di mettermi in gioco. Non è un riscatto“.
Le ultime edizioni del programma hanno avuto l’imprinting originalissimo di Paolo Bonolis, il quale aveva pure inserito le interviste con la vittima. Papi proseguirà nel solco tracciato dal collega oppure no? “No, per me con lo scherzo si esaurisce il focus sul personaggio. In Scherzi a Parte lascio tutto quello che può essere l’aspetto storico, anche con dei riferimenti, ma ho inserito delle novità, aspetti che sono da me fortemente voluti, proprio per personalizzarlo”.
Il presentatore romano assicura che in studio ci sarà un clima goliardico e che l’intera puntata sarà focalizzata su uno scherzo in diretta ad un vip. In studio ci saranno dei complici che a loro volta “possono essere vittime e contemporaneamente carnefici”. “Era un’idea che avevo in mente da anni”, racconta Enrico.
Quando gli viene chiesto perché ha lasciato Tv 8, dove è diventato una delle colonne portanti del canale, spiega che ama le sfide e che la percezione di adagiarsi sugli allori senza più rischiare non ha mai fatto al caso suo: “Tendo a rimettermi in discussione. Ecco perché torno a Mediaset”.
Enrico Papi e il bullismo televisivo subito: “C’è stata una pressione forte sulla mia persona”
In una intervista di qualche mese fa, Papi ha dichiarato di aver subito bullismo televisivo. Una confessione che fece piuttosto rumore. Oggi, riconferma tutto quel che esternò, dilungandosi ulteriormente sulla vicenda: “Sono arrivato a fare questo lavoro partendo dal basso e tutti i risultati ottenuti li ho conquistati sul campo. In un momento particolare della mia carriera, forse quello di maggiore successo, c’è stata una pressione forte sulla mia persona che mi ha messo ai margini e mi ha costretto ad aspettare il momento più opportuno”.
Perché accadde ciò? Quali sono le ragioni? Che idea si è fatto? “Le ragioni – spiega Papi, sempre lungo le colonne di Fanpage.it – col tempo le ho capite benissimo e mi è servito da lezione, perché certe cose non le accetterò mai più. Sono una persona che non ama entrare nei particolari e non farò nomi di persone specifiche”.
E ancora: “Questo è un mondo in cui ciò che si vede dall’esterno non rispecchia, spesso, ciò che accade dentro la macchina. Il pubblico è sempre quello che decide, ma non sempre chi è premiato dal pubblico lavora. Io ho sempre amato non entrare nel campo altrui, concentrandomi sul lavoro”.
Si ritorna al momento attuale: si mormora che oltre a Scherzi a Parte ci potrebbe essere un progetto su Italia Uno pensato per lui. Cosa c’è di vero? Su tal versante poco o nulla. Papi sottolinea che è “tornato a Mediaset per stare su Canale 5″. Altra voce è quella che dice che ci sarebbe pronto uno show preserale cucitogli addosso sulla rete ammiraglia del Biscione. In questo caso non arriva la smentita: “Risponderò con vaghezza ribadendo che mi piace rischiare”. Altrimenti detto, sì, qualcosa c’è in ballo.
Infine, gli si fa notare che quest’anno Mediaset ha fatto una scelta molto netta, archiviando i programmi cosiddetti trash per puntare più sulla sobrietà. Ha avuto indicazioni particolari per tale questione? “Nessuna indicazione specifica, in verità, però mi rendo conto di tornare in azienda in un momento che per me è molto buono, perché percepisco la voglia di sperimentare”, conclude.