Eros Ramazzotti a cuore aperto. L’artista romano, ‘nato ai bordi di periferia’, a 57 anni è una persona ‘risolta’, con un largo successo alle spalle ma sempre umile. I valori, d’altra parte, non si abbandonano mai. Anzi, non li si può perdere per strada quando sono radicati e affondano nell’alba di una vita e negli insegnamenti di chi ci ha preso per mano fin da piccini.
Musica, comportarsi bene con il prossimo, rincorrere traguardi ma senza approfittare degli altri o calpestarli: papà e mamma Ramazzotti hanno insegnato questo ad Eros. Lui ne ha fatto tesoro e lo ha lasciato in eredità ai suoi figli. Intervistato dal Corriere e Radio Italia, che gli hanno dedicato l’Artista Day – iniziativa che ogni due martedì celebra i protagonisti della musica -, il cantante si è confessato a ruota libera dalla Grecia, dove sta trascorrendo dei giorni di vacanza.
Torna così ai suoi 4-5 anni, ricordando con affetto e nostalgia che la “musica era in casa: papà cantava e anche il nonno, che non ho mai conosciuto, era musicista”. La tempra invece è quella della madre, una “calabrese doc”, spiega Eros che rammenta poi il doloroso momento della sua scomparsa. Inevitabilmente pianse molte lacrime: “È stata dura perché purtroppo non potevo essere lì con lei. Quando era in vita me la sono goduta”.
Spazio poi all’attualità: i Maneskin hanno trionfato all’Eurovision, l’Italia agli Europei, cantando sul pullman uno dei brani più famosi di Ramazzotti, ‘Più bella cosa’. “Che bella sensazione. Ho visto la finale in Grecia con amici italiani e polacchi. Una gioia dopo tanta sofferenza, e non intendo solo quella della tensione di una partita cominciata male. Complimenti anche a Berrettini per la finale di Wimbledon”, sottolinea Eros.
L’ex marito di Michelle Hunziker e Marica Pellegrinelli dà poi una dritta ai Maneskin: “Consiglio di rimanere umili. E ora speriamo che le cose vadano bene in tutti i sensi, non solo nello sport e nella musica”. Parole preziose, di uno che ha raggiunto con i suoi brani svariati angoli del mondo. “Cuore e testa sono ancora lì dove sono nato – spiega sempre l’artista 57enne romano -. Non ho mai pensato “sono il numero 1”. Però ricordo con piacere i racconti di viaggio estremi del mio manager Roberto Galanti: una volta tornò dalle montagne intorno a Teheran e mi disse che anche lì aveva sentito le mie canzoni”.
Si giunge al capitolo chicche private, i due no che ha fatto più fatica a dire. Uno riguarda il lato professionale, l’altro quello privato e coinvolge una star italiana internazionale, Monica Bellucci. Tema carriera: negli anno 90 Clive Davis (uno dei discografici più influenti della storia ndr) lo esortò ad andare a New York per lanciarlo nel panorama musicale degli States. Eros ringraziò, ma declinò l’invito.
“Avevo bisogno di stare in famiglia con Michelle, Aurora stava per arrivare… Gli direi ancora no. Non sono uno che cerca il successo”, chiosa. Infine l’aneddoto sulla Bellucci e quel ‘no’ storico a una delle donne più belle ed eleganti del mondo: “Era un momento in cui sia lei che io eravamo liberi. È rimasto un bel ricordo”.