Milioni di italiani conoscono l’Ezio Greggio del piccolo e del grande schermo, il comico che ha sempre la battuta pronta e un sorriso da dispensare. In pochi conoscono invece l’Ezio Greggio privato che addirittura pare sia ancor meglio di quello visto sul teleschermo. Chi gli è vicino lo descrive come un uomo generoso, di quelli che fanno del bene silenziosamente, senza sbandieramenti. Perché, come è noto, la beneficenza si fa senza proclami e senza pubblicità. Trattasi di un atto disinteressato verso il prossimo, che non ha bisogno di alcun megafono. Così, in questo momento bislacco e feroce, in cui la guerra è tornata a bussare in Europa in quanto un “diavolo” che di cognome fa Putin ha deciso di seminare terrore in Ucraina, Greggio si sta rimboccando le maniche ed è in prima linea per offrire un aiuto ai profughi costretti ad abbandonare la loro patria.
Intervistato dal Corriere della Sera, Greggio ha spiegato come si sta muovendo nel concreto per dare manforte alle persone in fuga dal conflitto. No, nessuna autocelebrazione: il fine dell’intervista del comico è stato quello di incentivare più individui a dare il loro contributo in base alle loro possibilità. In primis il conduttore di Striscia la Notizia ha riferito di testimonianze dirette da lui udite provenienti dai luoghi di guerra:
“Ho sentito alcuni amici in Ucraina: sono disperati; e ho sentito amici in Russia e sono tutti contro Putin, tutti incaz… Chi fugge da Mosca, ragazzi che non vogliono andare in guerra. Quei poveri militari russi traditi che pensavano di andare a fare esercitazioni. Putin è un criminale. Donne, bambini ucraini massacrati, famiglie divise, anziani rimasti soli”.
Una situazione che lo ha spinto ad agire. “Ho sentito che dovevo aiutarli – ha spiegato -. Il mio amico Francesco Nespega di Roma andato personalmente pochi giorni fa a recuperare i primi profughi con un van mi ha raccontato la sua esperienza: ho capito che si poteva fare qualcosa di concreto. Io ho un’Associazione con sede a Monaco e per prima cosa mi sono mosso per organizzare un bus, già partito dall’Italia, e arrivato nella notte tra giovedì e venerdì in Polonia nel grande campo profughi. Stanno caricando le famiglie che hanno parenti e amici che li possono ospitare nel nostro Paese”.
Per coloro invece che non hanno nessun appoggio su cui poter contare, Greggio sta organizzando degli alloggi grazie all’aiuto della Comunità di Sant’Egidio e tramite un suo amico colonnello a Lecco. “Sabato – ha spiegato sempre l’attore – è previsto l’arrivo a Milano di questo primo bus. Io sono partito da Monaco, dove stavo lavorando al mio Festival, per andare a Milano perché voglio essere lì quando arriverà il bus. Anche perché sto organizzando con amici, piccoli van e auto per portare i profughi da Milano nelle varie parti d’Italia. Prepareremo buste per il viaggio con alimentari e beni di prima necessità”.
Sentendo il racconto, Greggio non solo raccoglie i fondi e i materiali utili, ma è pure schierato in prima linea nel dare il proprio sostegno. Lui stesso conferma tale versione, sottolineando che il fatto di metterci la faccia e dare il proprio contributo di persona è un insegnamento che gli hanno lasciato in eredità sua madre e suo padre. Anche perché, così, non c’è il rischio che qualcosa vada storto e che qualche sciacallo si inserisca nella filiera degli aiuti per lucrare.
“Ho sempre fatto così, vado sul concreto, me l’hanno insegnato i miei genitori. Per esempio quando compravo le incubatrici poi le portavo direttamente io negli ospedali, senza rivoli burocratici. Vedo in giro troppe associazioni che nascono come funghi per raccogliere fondi: speriamo che li usino tutti davvero per scopi benefici”.
Oltre al primo aiuto relativo al sopracitato bus, sono previsti altri interventi logistici simili. “Mi sono già mosso per raccogliere altri fondi – ha aggiunto il conduttore – per organizzare un’altra spedizione: all’andata portiamo medicinali, al ritorno i profughi ucraini. Gianni, un volontario del campo profughi in Polonia, dice che la situazione è terrificante. C’è una coda infinita di persone al confine. Andremo avanti finché non finisce la guerra. Poi quando finirà, daremo i nostri contatti agli ucraini arrivati in Italia: se vorranno tornare al loro Paese – ammesso che ci sia ancora la loro casa – li riporteremo in Ucraina“.
Ezio Greggio: “Questa non è una guerra, questi sono criminali comuni”
Il volto storico di Striscia la Notizia si è lasciato quindi andare a uno sfogo contro chi ha innescato una guerra che si sta rivelando cruenta, immorale e sanguinosa:
“Mi tocca nel cuore perché vedo famiglie distrutte, morire bambini e donne in gravidanza. Questa non è una guerra, questi sono criminali comuni. Quando senti i racconti di donne che scappano con i bambini e lasciano il marito là a combattere è straziante. Lancio davvero un appello: chi può, faccia qualcosa per aiutare la popolazione ucraina”.
Infine l’appello a tutti quegli italiani che possono fare qualcosa e ne hanno la possibilità: “Chi può, faccia la sua parte. Basta unirsi, mettere insieme un po’ di soldi, pagare autobus che vadano a prendere i profughi, contattare la Prefettura per lo smistamento in Italia e si dà un contributo concreto. Riuscire a far partire 50 pullman in più, significa portare in Italia 2.500 persone in più: una cosa bellissima”.