Fabrizio Moro e le sue ‘Canzoni d’Amore Nascoste’. Il cantautore, attraverso un’intervista rilasciata a Leggo, ha parlato a ruota libera del suo lavoro, delle sue emozioni, del suo privato, dei suoi rimpianti e anche del suo rapporto con Ultimo. La raccolta dei suoi ‘brani celati’ nasce dall’esigenza di portare al pubblico quelle canzoni che scrisse prima di avere successo e che non hanno avuto l’eco mediatica sperata all’epoca.
“Penso vada data loro una seconda possibilità, brani che ho scritto a 20 anni e oggi ricanto con l’esperienza di un 45enne”, spiega Fabrizio che tenta poi di ragionare sul concetto di amore. Un concetto pensato alla luce della sua esperienza di vita: “Dopo i tormentati rapporti di coppia, sto da solo. Il grande amore sono i figli. Con Libero e Anita, oggi 11 anni e 7, ho un rapporto bellissimo”.
Moro si addentra quindi in un discorso ancor più complesso, dicendosi sicuro che purtroppo le nuove generazioni, vuoi per il Covid, vuoi per la dipendenza da telefonino, vuoi per i video games, vivono un’infanzia e una giovinezza particolare e non facile. “E sta proprio a noi – aggiunge -, quando sarà finita questa brutta storia, far capire loro che un abbraccio è linfa vitale”.
Si passa ala capitolo rimpianti. Il cantante non si nasconde e confessa di averne tanti, in particolare inerenti alle sue “relazioni”. Se potesse tornare indietro cercherebbe di esternare maggiormente alcuni suoi sentimenti al posto di tenersi tutto dentro. Altrimenti detto, come in ‘Canzoni d’amore nascoste’, se potesse, cercherebbe di dare una seconda chance ad alcune persone.
Dunque si plana su Roma, la sua città. Se fosse sindaco dell’Urbe? Cosa proporrebbe. Moro ha le idee chiare, affermando che la dividerebbe in più comuni in quanto si è “in troppi” e una simile popolazione è difficile da gestire amministrativamente dal solo Campidoglio.
A proposito, la Città Eterna ha partorito un giovanotto niente male negli anni scorsi, parlando di talento e qualità musicali: Ultimo. Con lui è ancora in contatto? Al momento si, seppure lo sente non con frequenza. Anche perché il periodo è molto delicato per via delle restrizioni per cercare di arginare la diffusione del coronavirus. “In questo periodo – spiega – che stiamo vivendo un po’ meno. Adesso è dura. Io sono uno che nasce sul palco. Il lavoro in studio l’ho fatto ma solo per andare sul palco”.
E Sanremo? Lo vedremo? Ha proposto delle canzoni da portare sul palco dell’Ariston? In questo caso Moro frena in modo categorico, praticamente perentorio. “Non ce la farei mai”, chiosa, aggiungendo di soffrire a tal punto la “pressione della diretta tv” da sentirsi “l’anima distrutta”. Una sensazione, racconta sempre l’artista, che è andata via via peggiorando con il trascorrere del tempo. Infine spazio alla canzone del cuore, quella che ti resta dentro. Ne ha una? “Portami via”.