Francesco Facchinetti, il consiglio per Diletta Leotta: perché c’entra Giulia De Lellis
Facchinetti senza freni. Come al solito, verrebbe da dire, visto che il fu Dj Francesco non è mai avaro di parole ed è sempre schietto. Intervistato da Il Fatto Quotidiano, il manager di diversi talenti noti del mondo musicale e del web, ha parlato a ruota libera del suo metodo di lavoro. E tra una chiacchierata e l’altra è spuntato pure il nome di Diletta Leotta, conduttrice rampante che spopola su Instagram. Secondo Francesco il volto di Dazn potrebbe diventare una “Top Player”. A patto che sia “meno brava” rispetto a ciò che lei vuole “risultare”. La frase pare quasi una provocazione, ma non lo è. Ed è qui che ‘interviene’ Giulia De Lellis, una delle assistite di Facchinetti.
Facchinetti su Diletta: “Deve capire un dato: essere meno brava di quello che lei cerca di risultare”
“Diletta Leotta più bella o più brava? Tutte e due. E può diventare una top player, ma deve capire un dato: essere meno brava di quello che lei cerca di risultare”. Così Facchinetti sulla conduttrice. Ma cosa vuole dire il manager? La risposta è da ricercare in una sua recente dichiarazione rilasciata al magazine Chi su Giulia De Lellis: “In un universo dove tutti cercano di dimostrare quello che non sono, lei non aveva paura di far vedere quello che era, con i suoi difetti e le sue particolarità, non ha mai avuto paura di sbagliare e dimostrarsi per quello che è…”. Altrimenti detto, Francesco intende che anche a livello di comunicazione, un difetto non celato e anzi ammesso con intelligenza può diventare un punto a favore e non a sfavore. Insomma, inutile puntare alla perfezione. Che non esiste. Meglio mostrarsi per quel che si è. Naturalmente nel farlo, bisogna usare un pizzico di acume,
Facchinetti: le tre regole d’oro per il successo
Facchinetti, sempre a Il Fatto Quotidiano, ha inoltre spiegato la strada maestra che percorre con ogni suo assistito: “Ho tre linee fondamentali: motivazione, regole d’ingaggio e storytelling. Quindi: perché lo fai, come instaurare un rapporto empatico con il mondo e qual è la storia che ti precede e quella che ti crei.”