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La tempesta perfetta si è abbattuta su Fedez. Che, detto francamente, nella bufera ci si è buttato da solo, a capofitto. Anche perché, a forza di tirare, la corda prima o poi si spezza. E quando questo succede che cosa si può fare? Sparire per un po’. E viene pure da dire: finalmente! Il rapper è da ormai due settimane che non si fa vedere sui social, un fatto, a memoria, senza precedenti. Il 15 ottobre ha compiuto 35 anni e anche in quell’occasione silenzio tombale. C’è una data spartiacque nella ‘latitanza’ del cantante: il 30 settembre 2024. Cosa è accaduto? Quel giorno sono stati arrestati 19 ultras delle tifoserie di Milan e Inter. Due di loro erano i bodyguards di Fedez il quale compare anche, seppur non è indagato, in alcune intercettazioni degli inquirenti.

Poco prima della retata, il rapper si era contraddistinto per un dimenticabile dissing con Tony Effe. Secondo molti il botta e risposta è stato organizzato a tavolino per fare hype in vista dell’uscita di “Allucinazione collettiva”, brano di Fedez in cui viene tirata in ballo Chiara Ferragni. Tutto stucchevole visto che pochi mesi fa, il cantante aveva assicurato che avrebbe evitato di parlare dell’ex moglie dopo la separazione. Come no! Per farla breve, Fedez si sta giocando la credibilità. Per tanti già ha gettato la maschera e se l’è giocata. In effetti le sue ‘capriole’ comunicative sono sembrate a tratti imbarazzanti.

Dunque che fare? Meglio fermarsi un attimo. Non si sa con precisione perché si sia eclissato, ma tutto fa presupporre che in questo momento abbia bisogno di riorganizzare le idee. E se così fosse, che ben venga un periodo di riflessione. Sullo sfondo rimane anche la vicenda del pestaggio di Cristiano Iovino.

Perché Fedez è così: quando si tratta di battagliare su polemiche che, diciamolo, sono robette (vedi i dissing con Tony Effe e altre sciocchezzuole simili) è spesso in prima linea, quando invece gli si chiede di spiegare cosa sia successo con Iovino e perché abbia deciso di ingaggiare come bodyguards due personaggi non proprio raccomandabili (e infatti finiti in manette) non spiaccica una parola. Senza dubbio alcune vicende sono più difficili da affrontare e da giustificare. Una cosa è certa. A Fedez non si addice per nulla il detto ‘quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare’. Lui preferisce sparire.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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