Nelle scorse ore, Vittorio Feltri (78 anni), con il suo consueto stile schietto e cinico, ha scritto una lettera di suo pugno indirizzata a Fedez e pubblicata su Libero Quotidiano. Il giornalista, dopo aver saputo che il rapper ha annunciato di essere stato colpito da una malattia delicata (al momento il cantante ha preferito mantenere riserbo sulla patologia), ha preso carta e penna e ha provato a infondere coraggio al marito di Chiara Ferragni. Non solo: nel messaggio ha anche reso noto di essere stato operato di recente per via di un cancro, questione mai svelata prima dall’editorialista.
Intervistato dal Corriere della Sera, Feltri, quando gli è stato chiesto per quale motivo abbia deciso di scrivere pubblicamente a Fedez, ha così replicato: “L’ho scritto il perché. Lo conosco, ho scoperto che ha questa malattia, e anche se non ha precisato di cosa si tratti si è capito che non è certo un raffreddore. E così ho voluto incoraggiarlo a modo mio”. Nella missiva ha anche raccontato per la prima volta di essere alle prese con un tumore: “Per essere credibile dovevo dire che ho avuto anche io un problema. Che mi frega di andare in giro a raccontare i ca..i miei? Era per dargli conforto. Altrimenti perché avrei dovuto raccontarlo”.
Rispetto al rapper, su moltissimi argomenti, Feltri ha idee differenti. Eppure, tra i due c’è stima reciproca e tratti caratteriali simili. “È così. Ha una certa schiettezza che mi avvicina a lui e un modo di fare che non mi dispiace – ha sottolineato il giornalista -. Poi io in verità detesto anche i tatuaggi, ma il discorso è un altro. Uno che ha due figli, una moglie… Mi sembrava giusto fare una cosa di questo tipo, un po’ di calore gliel’ho voluto dare e credo gli dia un minimo di conforto. Per il resto non me ne frega dell’effetto che fa. Di quello che pensano gli altri, alla mia età, sono in grado di sbattermene le pa..e”.
Capitolo diagnosi. Naturalmente, quando si ricevono referti come quelli che hanno avuto di recente sia Feltri sia Fedez non si può che subire il colpo. L’editorialista, però, ha consigliato, a modo suo, di non mollare la spugna: “Non è che fai i salti di gioia, ma – sarà che sono vecchio e so benissimo che può succedere, alla mia età o anche prima – ti rassegni subito. Io poi non ho fatto nessuna scena: sono andato in ospedale, mi sono fatto operare e dopo mezz’ora ero fuori”.
Sempre al Corsera Feltri ha spiegato i dettagli relativi al cancro che sta combattendo. Lo ha scoperto a febbraio e l’1 marzo si è operato. “Mi hanno trovato un nodulo al seno – ha raccontato -. Pur essendo un maschio ho un tumore tipico delle donne, roba da matti, io che di femminile non ho assolutamente nulla”. Ora sta proseguendo con le terapie. E psicologicamente? “Le faccio tranquillamente e vediamo come va a finire. Devo confessare di non avere avuto nessun contraccolpo psicologico depressivo, assolutamente no. Ho reagito, adesso vediamo un po’. Di solito queste cose finiscono male, ma pazienza”.
Feltri ha riconfermato anche l’aneddoto inerente allo champagne, dicendo che è assolutamente vero che, dopo essere stato operato, in ospedale, gli è stato offerto del vino da parte del personale ospedaliero. “Pensi che scriva delle ba…le? Ho scritto anche il nome della dottoressa, mi smentirebbe in cinque minuti”, ha evidenziato.
Infine è tornato a parlare di Fedez. Si sentiranno ancora? “Non lo so, ci siamo sentiti qualche volta. Non c’è un’amicizia stretta, ma una reciproca simpatia. Lui è molto giovane e questo gli darà anche un’energia che gli servirà per guarire”.
La lettera integrale di Vittorio Feltri dedicata a Fedez
“Caro Fedez ho letto dei tuoi problemi di salute, ne sono dispiaciuto e spero si risolvano presto. Sei un giovane di talento, hai una bella famiglia e comprendo il tuo stato d’animo di fronte alla malattia. Tutti siamo preoccupati della integrità del nostro corpo e tentiamo di tenerlo in forma per vivere sereni. Una volta mi hai intervistato con garbo per la televisione che dirigi, e ammetto di essermi divertito a rispondere alle tue domande”.
“Al termine del programma, rammento, mi hai chiesto di salutare al telefono tua moglie, la famosa Ferragni, e io le parlai. Dissi: signora, sono stato mezza mattina con suo marito, ma ho pensato solo a lei. La signora e anche tu rideste, era una frase scherzosa. Poi ti ho seguito con simpatia anche se condivido un decimo delle tue esternazioni. Io d’altronde ho molte opinioni ma non ne condivido neanche una, quindi non posso concordare con le tue. Ciò non mi impedisce di avere simpatia per te, per cui sento di confidarmi su un tema che ci accomuna. Quello della salute perduta”.
“Io ho 78 anni, non ho mai avuto disturbi. Ogni 24 mesi mi sottopongo ad esami di laboratorio, voglio controllare che tutto vada bene. I responsi sono sempre andati bene, polmoni perfetti nonostante fumi da secoli come una ciminiera, fegato in ordine benché trinchi qualche bicchiere, perfino il cervello – e il particolare è sorprendente – funziona a meraviglia. Ma l’ultima verifica con la tac, metodo di contrasto dalla testa ai piedi, mi ha riservato una sorpresa spiacevole. Referto: nodulo al petto, parte sinistra (la sinistra mi è sempre stata sulle pal…e). Per me la parola nodulo non significava niente. Non mi sono spaventato”.
Ma la mia chirurga, una bella ragazza, mi ha detto che bisognava approfondire. Va bene, approfondisci e non rompermi. Svolto l’accertamento con un ago, il medico, Paola Martinoni, emette la sentenza: cancro, bisogna intervenire col bisturi. Lei è una chirurga oltre che essere bona, e il primo di marzo mi trovo in sala operatoria, mezzo biotto, pieno di vergogna. Anestesia totale, quindi il risveglio. Nessun dolore”.
“Mi riportano in camera sveglio ed entra nella stanza un cameriere che mi porge una coppa di champagne offerto dalla équipe medica. Bevo e mi sento subito benone. Mi rivesto e me ne vado non prima di aver salutato Paola ed averla ringraziata, la guardo e i miei pensieri in quel momento non sono stati di carattere clinico. Dato che certe donne mi piacciono ancora molto anche se non ricordo il motivo. Uscito dalla clinica mi sono recato al giornale, sedendo alla scrivania dove mi trovo pure in questo momento che ti scrivo. E ho lavorato come sempre senza confidare niente a nessuno. Non ne ho sentito il bisogno”.
“Invece ora dico chiaramente a te e a tutti che ho il cancro, perché mai dovrei dichiararlo a bassa voce, in fin dei conti la mia non è una malattia venerea. Caro Fedez uno come te non ha peli sulla lingua e ha il diritto di esprimere i suoi timori e le sue ambasce. Ti prego, non farti intimidire dal morbo col quale hai iniziato una battaglia che potrai vincere con l’aiuto di Sanculo”.
“Non deprimerti, i malanni fanno parte della natura che è nostra nemica, dobbiamo batterla con la volontà, una risorsa personale che non abbisogna della pietà di chi ci guarda con commiserazione per prevalere sulla sventura. Non sono capace di consolarti, caro Fedez, però ti segnalo che io del mio tumore me ne sbatto i coglioni. Brutta frase, ma vera. Finché starò al mondo litigherò con chiunque, perfino col cancro. Dammi retta, non piangere, fai a pugni con la sfortuna, avrai ragione tu.”
Fedez torna sui social dopo l’annuncio della malattia: gli auguri al figlio Leone
Nella giornata odierna Fedez è tornato a mostrarsi sui social, per omaggiare il compleanno del suo primogenito, Leone. Anche la moglie Chiara Ferragni ha ricordato su Instagram l’evento della nascita del piccolo, che ha compiuto 4 anni. Nel farlo ha pubblicato una fotografia di tutta la famiglia, in cui si vede il rapper sorridere, attorniato dal calore dei propri cari.
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