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Niente più contenuti con l’hashtag Adv, né con quello Supplied o Gifeted, ossia niente più collaborazioni pubblicitarie e stop a vacanze gratis o regali in cambio di visibilità. Negli ultimi mesi, come è arcinoto, la vita di Chiara Ferragni è cambiata parecchio. Le conseguenze del Balocco – gate sono state funeste per lei che si è ritrovata la credibilità polverizzata e una miriade di contratti stracciati. Su Instagram, però, continua ad essere presentissima, infarcendo il suo profilo di post e storie delle sue vacanze infinite. Naturalmente spesso si riprende con abiti griffati, dalle scarpe Adidas, alle borse Prada, passando per i prodotti Miu Miu (facenti sempre parte del gruppo Prada). Così a qualcuno è sorto un dubbio: ma sta ancora sponsorizzando?

Alla domanda ha risposto Selvaggia Lucarelli, colei che ha fatto deflagrare a livello mediatico il Pandoro – Gate attraverso una meticolosa e approfondita inchiesta giornalistica. Nelle scorse ore, una persona ha ipotizzato, erroneamente, che l’influencer cremonese stia continuando a fare pubblicità ai grandi marchi senza però utilizzare gli hashtag previsti dalla legge (#adv, #supplied e quant’altro). La Lucarelli, attraverso una storia Instagram, ha spiegato come stanno le cose: “No, nessuno di questi marchi la sta pagando. Anzi, da quello che so non sono neppure tutti felicissimi di questa pubblicità non richiesta. Il problema è non riuscire a trovare una identità fuori dal mondo in cui se non hai un brand riconoscibile addosso non sei nessuno“.

Dunque semplicemente la Ferragni, avendo un guardaroba sconfinato e griffatissimo, capita che quando si riprenda abbia indosso qualche capo con il brand in bella vista, ma non ci sarebbe alcun accordo commerciale dietro a ciò. Curioso è il passaggio in cui la Lucarelli sostiene che alcuni grandi marchi non sarebbero contenti della pubblicità involontaria e gratuita dell’ex moglie di Fedez. In effetti la questione è piuttosto banale da spiegare: essendo la credibilità della Ferragni ai minimi storici, qualsiasi accostamento a lei può risultare negativo per gli affari e può generare equivoci, come appunto quello che può far credere alle persone che sia testimonial degli abiti o dei prodotti mostrati.

Altra chicca che riguarda l’influencer è una vicenda ‘concreta’ e non social. Di recente, in alcuni supermercati, sono apparsi suoi prodotti a prezzi stracciati, come ad esempio la linea di quaderni da scuola sugli scaffali proposta a 1 euro. Pensare che su Amazon i medesimi quaderni costano 2,60 euro l’uno. Un affarone!

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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