La bufera mediatica che si è abbattuta su Chiara Ferragni e il suo impero non accenna a placarsi. La notizia dell’ultima ora vede protagonista ancora una volta l’imprenditrice digitale e l’ormai celebre vicenda del Pandoro Balocco: Chiara Ferragni è stata denunciata dal Codacons, che ha chiesto anche l’intervento della Guardia di Finanza, per truffa aggravata ai danni dei consumatori. Solo ieri l’imprenditrice digitale era stata multata dall’Antitrust: 1 milione di euro da pagare da parte della società che fa capo alla Ferragni, per pratica commerciale scorretta.
La denuncia del Codacons
“Chiara Ferragni sarà chiamata a rispondere del possibile reato di truffa aggravata, con la richiesta di porre sotto sequestro i conti delle sue società a tutela delle azioni di rivalsa da parte dei consumatori che hanno acquistato il pandoro ‘griffato’“, questo il contenuto della nota diffusa poco fa direttamente dal Codacons. L’Associazione per la tutela dei consumatori ha poi aggiunto che il prossimo lunedì 18 dicembre presenterà “un esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia affinché valutino l’apertura di una indagine per possibili profili penali”.
Come anticipato, la nota si chiude con una richiesta del Codacons direttamente alla Guardia di Finanza affinché vengano posti sotto sequestro i conti delle società di Chiara Ferragni. Ma non è finita qui, perché l’Associazione ha poi invitato chiunque abbia acquistato il famosissimo pandoro e sia ancora in possesso di una prova d’acquisto a farsi avanti e contattarli per presentare una causa nei confronti dell’influencer.
Insomma, si mette male per l’imprenditrice digitale che attualmente, dopo le dichiarazioni rilasciate ieri su Instagram in merito alla spinosa vicenda, si trova in silenzio social.
Lo scambio di email con la Balocco
Nel frattempo altri tasselli si sono aggiunti alla questione e, in particolare, è stato reso noto lo scambio di email avvenuto tra la Ferragni e la società produttrice dei pandori. Nelle sopracitate mail, pubblicate dall’Antitrust, sono emersi tutti i dubbi che la celebre azienda piemontese aveva nei confronti di quel progetto, dal momento che apparve subito molto chiaro come team di Chiara ci tenesse particolarmente a sottolineare il coinvolgimento nel disegno benefico.
I dubbi erano relativi al fatto che il tutto potesse trasformarsi di fatto in “pubblicità ingannevole”. Paura che a oggi si è trasformata in realtà. Per questo motivo, il manager di Balocco scrisse al team di Chiara Ferragni che pilotando le vendite inneggiando alla donazione il pericolo diventasse molto concreto. “Ciao a tutte. Per me ok ma massima attenzione all’attività benefica che ci espone a pubblicità ingannevole correlata alle vendite […] Occorre spiegarglielo bene, meglio forse per telefono…”, è solo una delle mail scambiate che sottolineano la perplessità del team Balocco riguardo la faccenda.
Il problema è il fatto che, secondo l’Antitrust, le due società hanno lasciato intendere agli ignari consumatori che le vendite del pandoro avrebbero contribuito alla ricerca sull’osteosarcoma e sul sarcoma di Ewing. Peccato che Balocco avesse già donato 50mila euro all’ospedale Regina Margherita ben prima del lancio del discusso pandoro. Motivo per il quale la società piemontese ci teneva a mettere i puntini sulle i e non lasciare che il team Ferragni si prendesse meriti non suoi, per di più ingannando gli acquirenti.
La variazione fatale del comunicato stampa
Ma non è tutto perché in una email inviata da Balocco alla società dell’imprenditrice digitale il 17 ottobre 2022, si legge la proposta per il comunicato stampa che avrebbe dovuto annunciare la vendita del pandoro benefico: “Con questo prodotto Balocco e Chiara Ferragni sostengono la ricerca contro i tumori infantili, […] attraverso l’acquisto di un nuovo macchinario che permetterà di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing”.”
Comunicato stampa che è stato prontamente cambiato dal team Ferragni, nonostante la Balocco avesse sottolineato come per loro fosse importante svincolare la vendita del pandoro dalla donazione. Nel nuovo testo, l’azienda della Ferragni sottolineava invece come le vendite del pandoro servissero proprio a finanziare il percorso di ricerca promosso dall’ospedale piemontese, traendo in inganno i consumatori che in buona fede hanno acquistato il carissimo dolce natalizio.
Una piccola variazione che però ha cambiato totalmente il senso del comunicato, trasformandolo di fatto in un esempio di pubblicità ingannevole e che ha fatto infuriare, e non poco, il manager dell’azienda dolciaria, il quale, parlando con i suoi colleghi scrisse: “Mi verrebbe da rispondere: In realtà le vendite servono per pagare il vs cachet esorbitante“.
I precedenti di Chiara Ferragni con il Codacons
Non è però la prima volta che l’imprenditrice digitare e il marito, Fedez, finiscono nel mirino dell’Antitrust e del Codacons. Come in molti ricorderanno infatti, nel 2020 la piattaforma Gofundme usata da Fedez e Ferragni per la raccolta fondi in favore dell’ospedale San Raffaele, venne multata con 1,5 milioni di euro a causa dei costi occulti a carico dei donatori.
Infine, a febbraio scorso, il Codacons presentò un esposto nei confronti dell’eccessivo e illecito spazio concesso ai social, e in particolare a Instagram, da Chiara Ferragni e Amadeus sul palco del Festival di Sanremo.