Sembrerebbe proprio non esserci pace per Chiara Ferragni. Dopo lo scandalo scaturito dal caso Balocco e la relativa multa di 1 milione di euro da parte dell’Antitrust, l’imprenditrice digitale è stata travolta da una bufera mediatica senza fine. Prima, sono finite sotto indagini le uova di Pasqua da lei firmate e vendute da Dolci Preziosi. Proprio come con il pandoro, l’operazione avrebbe dovuto sostenere un progetto benefico, ovvero quello de I bambini delle Fate. Tuttavia, Selvaggia Lucarelli ha svelato che la donazione vera e propria sarebbe stata realizzata solamente dall’azienda e non dall’imprenditrice digitale (il cui compenso sarebbe stato di 1,2 milioni di euro in due anni). Ebbene, adesso, a finire sotto il mirino è stato un altro oggetto del brand Ferragni: la sua bambola.
Nel 2019, fu messa in vendita la bambola mascotte di Chiara in collaborazione con Trudi. Trattasi di una limited edition alta 34 centimenti, il cui prezzo di vendita è sceso da 34,99 a 24,99 euro. Anche in questo caso, il progetto aveva uno scopo benefico: l’intero ricavato sarebbe andato all’organizzazione no profit “Stomp out bullying“, un’associazione si occupa della lotta contro il cyberbullismo e l’omofobia. Ebbene, secondo quanto riportato dal giornale La Verità, gli investigatori avrebbero messo sotto inchiesta anche la bambola e i suoi relativi guadagni.
Chiara Ferragni: nuove inchieste contro l’influencer
A quanto pare, già dal prossimo lunedì, il procuratore aggiunto Eugenio Fusco potrebbe iscrivere nel registro degli indagati l’influencer e coloro che hanno lavorato agli altri due progetti (pandoro e uova di Pasqua), così da addentrarsi con precisione sul modo in cui sarebbero state realizzate le operazioni benefiche connesse a tali iniziative commerciali. Dunque, la Guardia di Finanza avrebbe intenzione di revisionare tutte le campagne lanciate dalla Ferragni, compresa quella legata al cachet ricevuto per la sua partecipazione alla scorsa edizione del Festival di Sanremo. All’epoca, infatti, l’imprenditrice digitale annunciò di destinare i 100mila euro guadagnati per la conduzione all’associazione Di.Re. (Donne in Rete contro la violenza).
Nel frattempo, la Ferragni deve far fronte alle disastrose conseguenze lavorative sorte dai recenti scandali mediatici. In seguito all’annuncio di Coca-Cola, che ha escluso l’influencer dal ruolo di testimonial per il 2024, anche Monnalisa, l’azienda aretina specializzata nella produzione di abbigliamento per bambini, starebbe considerando l’interruzione della collaborazione. Stando a quanto spiegato su Il Giornale da Tiberio Brunetti, si parlerebbe di un danno economico anche superiore ai 5 milioni di euro. Una perdita che potrebbe aumentare drasticamente, se l’influencer non dovesse recuperare presto credibilità, nonché, soprattutto fiducia da parte dei suoi numerosi followers.