Per il momento non è previsto alcun slittamento del Festival di Sanremo 2021 che rimane calendarizzato dal 2 al 6 marzo. Tuttavia non è detto che ci possano essere delle sorprese tra qualche settimana. C’è comunque ancora da aspettare almeno un mese perché l’ipotesi di procrastinare la kermesse è valutabile solo a 30 giorni dall’inizio della manifestazione. A riferirlo è l’AdnKronos. Dunque rimane tutto in stand by, in attesa di capire che evoluzione avrà la pandemia di coronavirus in Italia e più nelle specifico in Liguria.
Le incognite non sono finite qui: rimane da sciogliere il tema stampa e pubblico. L’organizzazione di una sala ‘classica’ per gli addetti ai lavori è in alto mare. Attualmente la presenza fisica dei giornalisti non pare essere una strada percorribile. Più probabile che ci si adatti con la realizzazione di una conferenza stampa virtuale, in streaming (ma con possibilità di inviare domande) e con incontri da remoto.
Se si dovesse azzardare la presenza ‘fisica’ dei giornalisti, che si ribadisce è l’ipotesi meno probabile, la sala stampa sarebbe trasferita dal roof dell’Ariston al Palafiori. Per rispettare le norme vigenti potrebbero accedervi non più di 200 persone. Molto meno degli addetti ai lavori che di solito seguono la kermesse. Ci sarebbe poi la questione tamponi, che tutti dovrebbero effettuare. Si presenterebbe comunque lo spettro ‘positivo’. Basterebbe un caso per mettere in ginocchio l’intera manifestazione.
Ci sarebbe poi una soluzione ‘mediana’, sempre secondo quanto apprende l’Adnkronos: aprire una sala stampa al Palafiori solo per tre ore al giorno, il tempo di tenere la quotidiana conferenza stampa di fine mattinata. Poi i giornalisti seguirebbero la kermesse dai loro alloggi.
La terza soluzione plausibile è quella di una selezione stringente che permetterebbe solo a 20-30 giornalisti di accedere in presenza alle conferenze stampa. Anche qui però si entra in un campo minato: chi far entrare e chi escludere? Inutile dire che infurierebbero le polemiche per chi non verrebbe accolto. Inoltre, anche se il numero degli addetti sarebbe assai ridotto permarrebbe il pericolo sanitario legato ai contagi.
Alla fine l’idea che va per la maggiore al momento è quella di effettuare gli incontri virtualmente, organizzando un calendario ‘streaming’ di tutto puntino, con appuntamenti programmati e spazi per le domande fatte da remoto.