Francesco Monte, il messaggio e la rabbia per la sua città: Taranto
Francesco Monte è uno di quei ragazzi molto legati alla sua terra. Nato in Puglia, tra dieci anni si vede tornare a vivere nella sua terra magari mettendo su famiglia. A Taranto, sua città d’origine dove ha aperto gli occhi alla vita e ci è cresciuto, è molto legato. Per questo motivo, oggi è tornato a parlare di lei lanciando un messaggio importante, ricco di rabbia ma anche di speranza per un futuro migliore. Negli ultimi anni, la celebre città pugliese è purtroppo diventata simbolo di morte. Il suo cielo è pregno di polveri velenose a causa dell’Ilva, la più grande acciaieria d’Europa. E a causa di queste polveri, fortemente dannose per la salute, tante persone hanno perso i loro cari. C’è chi ha perso una madre, chi una sorella, chi uno zio e chi un figlioletto. Sono tante le famiglie tarantine che hanno il cuore segnato per la morte di una persona per loro preziosa.
“Nel rivedere questo video mi si stringe lo stomaco e il cuore”
Ieri, il sito web Fanpage ha caricato un video (che potete vedere qui) che racconta proprio questo gran dolore. Testimonianze di sofferenza che commuovono ma che, nello stesso tempo, fanno riflettere. Si può andare avanti così? Certo che no. E Francesco Monte, da tarantino, ha condiviso il video sui suoi social ed ha scritto un lungo pensiero. “Nel rivedere questo video mi si stringe lo stomaco e il cuore e la testa frulla… – ha esordito – Sono nato e cresciuto a Taranto nel rione Tamburi. Io come tutti i tarantini, a maggior ragione essendoci nato praticamente accanto, abbiamo toccato con mano respirando quelle polveri, provando sulla nostra pelle e su quella delle nostre famiglie, i disastrosi danni che questo gigantesco Mostro ha causato e continua a causare tuttora!”.
Francesco Monte, l’urlo di speranza per la città di Taranto
Infine, Francesco ha rivolto un appello alle autorità: “Mi rivolgo a chi ha il ‘potere’ di cambiare o migliorare la nostra vita, la vita di tutti noi tarantini: questo video vi ha suscitato qualcosa? Ha toccato i vostri cuori? Avete provato anche solo con la mente a mettervi nei panni di Taranto? Avete sentito la necessità di fare qualcosa? Spero di si. Taranto libera!”.